30.04.12

Un incontro conviviale in Cantina con il Comitato della “Madonna di Maregnano”

 

Domenica 25 Marzo 2012 ho partecipato ad un pranzo, nella cantina del Comitato per i festeggiamenti della Madonna di Maregnano, organizzato insieme ad alcuni vecchi amici ed a tanti altri nuovi e giovani, tutti donatori di sangue della nostra sezione AVIS.

 

E’ stato un pomeriggio gradevolissimo.

La compagnia: sempre allegra, spigliata, non convenzionale e sincera, come al solito.

Il locale: la Cantina molto accogliente, comoda, essenziale e senza tante pretese.

Lo staff operativo in cucina e nel servizio ai tavoli: encomiabile sotto ogni punto di vista.

 

Insomma, tutto quanto riguardava l’accoglienza e i convenuti, erano l’essenza più pura delle belle tradizioni  paesane: semplicità, giovialità, buon umore, qualche battuta in dialetto e tanti, tanti ricordi di eventi e di personaggi del passato prossimo e remoto, di parenti e di comuni amici.

E poi per ultime, ma non in ordine di importanza, anzi, proprio intenzionalmente, ho lasciato le portate. L’antipasto è stato oltremodo invitante ed arricchito da  sfiziose bertolacce. Il primo piatto, con tanto di bis pure senza richiesta, erano dei maccaroni preparati secondo i canoni della migliore tradizione vignanellese che, senza voler essere superiori agli altri, a mio avviso, danno alcune lunghezze a piatti simili dal nome altisonante, di qualche paese dei dintorni. Indi è stato servito, dopo un breve intervallo che ha fatto un po’ assestare il carico, un secondo primo (scusate la contraddizione in termini) di gnocchi co’ i’ ffero, confezionati anche questi secondo la ricetta, la lunghezza ed il diametro tramandatici dalle nostre passate generazioni. Il secondo era un semplice e al tempo stesso ricco e saporoso spezzatino, piccante al punto giusto, con aromi ed olive in salamoia con tanto di nocciolo da spolpare.

Ovviamente il tutto accompagnato, passo passo, dai nostri ottimi vini locali sia bianchi che rossi.

Conclusione del pasto con dolce, caffè e finale con un assaggino di acquavita, distillata da un componente del Comitato di cui non posso rivelare il nome, la quale emanava un gradevole aroma di anice, appena appena zuccherata, che lasciava in bocca un vago alone di Tramontana.

Non mi resta che rendere onore al merito a quanti hanno contribuito alla riuscita del banchetto, chiamandoli con i loro nomi.

Giovanni Fiorentini, il responsabile dell’organizzazione della Cantina, che oltre a dirigere tutto l’apparato, ha anche fatto funzionare il karaoke, che ha ravvivato la conclusione del raduno, con canti e battute scherzose dei numerosi partecipanti al pranzo.

Le fantastiche donne addette alla cucina che fanno parte anche del Direttivo della Cantina. Parlo de ‘e coche : Teresa Mancinelli, Cristina Pacelli, Giovanna Felici, Giacinta Fiorentini, Maria Vittoria Lucchesi e Agata Ciambella.  C’erano però, purtroppo, alcune assenze di un certo peso a livello organizzativo, ma soprattutto affettivo, all’interno dello stesso Direttivo.

Emilio Martinelli, marito di Giovanna Felici e Reno Zaccagnini, marito di  Cristina Pacelli, entrambi scomparsi molto  prematuramente da qualche anno. Non c’era poi tra i fornelli in cucina con le cuoche, Lucia Pacelli, anch’essa troppo anzitempo, volata nelle alte sfere del cielo e che da lassù condivide ed incoraggia l’operato del Gruppo, quello di suo marito Giovanni Fiorentini, il già menzionato Capo Contradaiolo, e del loro figlio Alessandro, giovane  instancabile collaboratore nel servire ai tavoli e componente del Comitato, insieme all’altro ragazzo Fabio De Carolis ed al più maturo, ma non tanto, Rino Poli.

Da ultimo ci sarebbe poi da parlare della quota pro-capite, richiesta ai partecipanti al banchetto. E’ stata quasi un regalo, un omaggio per i commensali avisini. E proprio questi, per bocca del loro presidente Claudio Lupi, hanno espresso il desiderio ed il conseguente invito di avere come graditissimi ospiti i componenti del gruppo dirigente del Comitato della Cantina, alla prossima annuale Festa Sociale dell’AVIS di Vignanello.

 Io, da parte mia, ma credo di interpretare il pensiero di tutti i partecipanti al banchetto, oltre a sottoscrivere in pieno l’invito di Claudio e ringraziare gli ospiti per come siamo stati accolti, desidero esprimere i miei complimenti per tutte le attività collaterali di organizzazione, partecipazione e beneficienza che il Comitato stesso svolge nel nostro paese.

Vorrei aggiungere ora alcune annotazioni strettamente personali, legate alle sensazioni provate fin dal primo entrare in Cantina e susseguitesi di tanto in tanto per quasi tutta la durata del pranzo.

Non posso far passare sotto silenzio l’emozione e la miriade di piacevoli ricordi legati alla mia fanciullezza e giovinezza, che hanno suscitato in me, appena entrato, le due grandi foto appese alle pareti, della persona che, credo, tutti gli attuali componenti dei Comitato, riterranno a ragione, la loro antesignana, la prima ispiratrice, la prima portabandiera: Teresa  Chiricozzi (foto a lato e sotto), che per quelli un po’ granni come me, che l’hanno conosciuta di persona,  da vicino,  ed hanno parlato con lei, era semplicemente Teresa ‘a Sampòna .

Era lei sola e da sola che predisponeva, facéa  e organizzéa, tutta la giornata della Festa rionale  pe’ ‘a Madonna ‘e Maregnano, che con la sua umile immagine,  chissà da quanti anni, è custodita nell’edicoletta anch’essa semplice ed è venerata non solo dai Piasolesi , ma da tantissimi altri nostri compaesani.

L’edicoletta, lo scrivo soltanto per chi non è di Vignanello,  era situata e lo è tuttora, sul lato sinistro della strada all’inizio della  carrareccia di allora, oggi Provinciale, che da sotto il ponte della ferrovia Roma-Nord, conduce alle contrade di Santa Lucia, Maregnano,  Pacciano,  San Luca, Sassalusio,  Costa i’ Ccelè,  Ppese ‘e Corchiano,  fino a Campulietto e da ‘a Forca ‘i Ppizzo, prima di giungere a Corchiano.

Teresa inventava e organizzava tutto: la cerca dei fondi; il programma dei festeggiamenti, inizialmente solo orale o scritto a mano e in anni più vicini a noi stampato sul manifesto della Tipografia Annesini; i premi  pe’  ‘a  Corsa ‘e i Ppignatti e pe’ l’Arbero ‘e ‘a Cuccagna; lo  spettacolo de’ i’ Ccìnima  all’aperto per la serata conclusiva della festa

Quanti ricordi! Quante corse tutti noi ragazzi e giovincelli attraverso le stradine di Piedisole, San Francesco, il Travaglio e Maregnano! Quante emozioni, risate e pianti per quei film avventurosi, comici o strappalacrime, ancora tutti in bianco e nero dell’ultimo dopoguerra!

Lo schermo cinematografico era costituito da un grande lenzuolo bianco a due piazze, sicuramente di Teresa, fissato con quattro tiranti di corda da un lato all’altro di Via Vittorio Olivieri, più o meno nel tratto in cui da questa via ha inizio la diramazione , che passando sotto il ponte della ferrovia, va verso Maregnano.

Gli spettatori erano sempre numerosissimi.  Chi aveva le finestre di casa che davano sulla via, i più fortunati e perciò invidiati da tutti, assistevano alla proiezione o seduti comodamente sui balconi o appoggiati ai davanzali delle finestre.  I non residenti nella via, ma in quelle vicine, seduti sulle sedie portate da casa (ognuno la sua). Quelli che venivano da altri rioni del paese si assiepavano in piedi ai lati della lunga platea della via o seduti in terra, come facevamo tutti noi ragazzi.  Ripensandoci ora, a più di sessant’anni di distanza, qualcuno arriccerà un po’ il naso e forse penserà che non era un gran che, ma quanto piaceva a tutti quella serata!

Ancora grazie a Teresa ed a tutti voi del Comitato che vi impegnate a dare continuità alla festa ed a creare lodevoli iniziative nel nome ed in onore della Madonna di Maregnano.

Infine, ma questa volta veramente, un ultimo volo all’indietro nel tempo, suggeritomi dall’edicola in cui è custodito il quadruccio della Madonna.

E’ un ricordo che risale ai miei primi anni di insegnamento nella scuola elementare.

Su uno dei vecchi libri di lettura di allora, in un testo per la classe quinta, su una pagina c’era una poesia con a fianco un disegno che ne illustrava il testo e le immagini descritte dalle le parole.

I versi erano semplici e ritraevano perfettamente quella che poteva essere stata la visione che aveva ispirato il poeta, di cui non ricordo il nome. Ai miei alunni, come era allora quasi una prassi, la feci studiare a memoria. Piacque molto a tutti e non fu affatto difficile per loro impararla.

Anch’io la ricordo ancora a memoria, diciamo quasi tutta, tranne un paio di versi,credo,e la associo, ancor oggi come allora, alla Madonna di Maregnano : alla piccola costruzione che ospita il suo quadro, alla piccola siepe di fiorellini gialli che cresce su un lato, ma soprattutto al maestoso e “fronzuto” noce che la sovrasta e pare che sia stato piantato lì per proteggerla .

Il titolo era:

Madonnina di Maggio

 

       Presso un fronzuto noce,

       di fianco a una stradetta,

       da verde siepe cinta,

       sta, dentro una nicchietta,

       una Madonna, color blù dipinta.

               E’ una semplice e dolce Madonnina,

               che in estasi, felice,

               tra stelle d’oro, fiori, erba cedrina,

               protegge e benedice

               i frutti, i campi e l’opre delle genti.

      Tutti i giorni, una bimba sola sola,

      tornando dalla scuola,

      passa di là che il sole già declina

      e, giunta presso il noce

      dov’è la Madonnina,

      si fa piano il segno della croce

      e seguita ridendo il suo cammino.

 

Forse ho ecceduto un po’ con i miei ricordi, ma a volte proprio essi ci danno una mano nel tran tran giornaliero, non sempre entusiasmante.

 

Grazie ancora a voi tutti del Comitato per la bella esperienza vissuta insieme e per tutte le iniziative che  ancora certamente metterete in campo , sempre uniti e in sincronia come ora.

Buon  lavoro.

 

                                                                             Con vero piacere

 

                                                                              Ideale  Pacelli      ( Lillo )

Vignanello, Aprile 2012