31.05.11
Dire che fossi il numero uno della serata, era evidente. Ennio da tempo mi chiedeva di fare qualcosa di particolare per festeggiare. Avevo redatto un grande grafico dell’oroscopo del bar Holiday, come potete ammirare in questa foto, nato il 14 maggio 1960, credo intorno alle 18 del pomeriggio, con l’ascendente nel segno dello Scorpione. Ennio era Toro e Maria José Aquario. Per l’occasione avevo comperato un abito indiano, e Poldo mi aveva accroccato una tenda con un amplificatore che faceva accendere dietro la mia testa delle luci stroboscopiche che cambiavano colore a seconda della tonalità delle modulazioni della mia voce: più andavo sull’acuto e più era verso il violetto, passando attraverso il rosso, se invece si arricchiva di bassi, la luce dal verde andava verso il blu. Avevo messo negli occhi il kashal indiano, una sorta di polvere nera, che all’inizio senti terrosa, quasi impossibile vedere, poi pian piano si deposita ai bordi e gli occhi assumono uno sguardo intenso, molto profondo... insomma da vero santone indiano.
Poldo presentò l’esperimento di “psicometria”, termine che appartiene oramai alla psicologia, ma che uno studioso di metapsichica, ora parapsicologia, aveva attribuito a questa lettura che si effettua attraverso la mente, escludendo i nostri cinque sensi, chiamata anche “criptostesia”. Vennero invitati i partecipanti a mettere in delle buste numerate degli oggetti personali, possibilmente di metallo, che trasmette ancor di più le sensazioni legate al proprietario dell’oggetto e ai luoghi dove esso è restato per molto tempo. Iniziai a festa inoltrata, intorno alla mezzanotte. Il giardino a fianco del bar della villa Lorenzetti era affollatissimo, era in ballo l’elezione di Nostradamus ’73, per il primo premio, e delle maghe Circe per gli altri due premi.
Iniziai dunque ad estrarre qualche oggetto, raccontandone la storia, ma le sensazioni più interessanti le ebbi con un piccolo monile, un braccialetto di rame, di quelli che avevano la proprietà, secondo le dicerie del tempo, di far bene alla salute poiché rilasciavano degli ioni di rame tingendo di verde il polso. Lo afferrai ed ebbi subito un vorticoso giramento di testa, che traducevo come un tragitto in aereo, ad alta quota, per varie volte, dissi letteralmente: “Questo oggetto ha attraversato varie volte l’oceano, appartiene ad una persona, un uomo molto chiuso, che si è trovato ad essere conosciuto malgrado la sua timidezza di fondo, ha una villa con tre grandi archi e una grande fontana ottagonale, con al centro una figura strana, forse di un monaco. Vedo inoltre un cane, un collie che corre festoso...” ed altre cose che non ricordo dopo quarant’anni. Tutti erano molto meravigliati, un oggetto da due soldi non poteva appartenere che ha un ragazzo del posto, ma quale aereo o villa con fontana… Tolte la fontana della piazza a Vallerano e il fontanile di Vignanello potevo essere solo ubriaco, e a quell’ora ci stava pure, anche se io non bevo. Invece, come accade spesso nelle fiabe, un signore si alzò. Era il fidanzato della mia amica Miriam Mastrogregori, Augusto Zappi, di Soriano nel Cimino, che aveva trascinato alla festa un suo amico, Carlo Zolla, sorianese anche lui, che però risiedeva ad Acapulco in quanto aveva sposato la figlia del presidente del Messico. La descrizione del carattere e soprattutto della villa era perfetta. Inutile dire che con ovazioni di festa venni eletto come Nostradamus ’73, tutti si affollarono intorno a me per essere toccati e sapere qualcosa, ma anche in quell’occasione non approfittai. L’udito è senz’altro il senso che ho più esercitato, notoriamente vedo poco, anche con gli occhiali. Fu un vero trionfo, avevo solo 24 anni e finii per la prima volta su un giornale nazionale, il Messaggero. Considerando che Mercurio è il mio pianeta, non poteva non essere che così.
P.S. Alessandro Vercelloni è sepolto nel cimitero di Vignanello. Ci si chiedeva qualche tempo fa il perché, non essendo Vercelloni un cognome locale... ora abbiamo aggiunto un tassello. Vincenzo.
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