28.04.11
...e per ogni mese, un Vignanellese
di Tommaso Marini

APRILE 2011

 

Per questo mese… un “fenomeno” valleranese.

 

IL BAR HOLIDAY: prima parte

 

 

            I festeggiamenti per la ricorrenza del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia dovrebbero comprendere anche un Riconoscimento Ufficiale ad un “fenomeno sociale” che contribuì, nel suo piccolo, alla riunificazione di due paesi.

Due paesi dove la fine dell’uno coincide con l’inizio dell’altro: il nostro amato Vignanello ed il tanto odiato Vallerano.

 

         I reciproci rapporti di vicinato di questi due paesi dei Monti Cimini non sono mai stati rapporti idilliaci. L’inimicizia, di origini secolari, si acuì maggiormente a seguito di un fatto di sangue che può essere brevemente riassunto:

 

         era il 10 agosto 1799. Mentre a Vallerano si celebrava la festa della Madonna del Ruscello, in una osteria sorse un diverbio tra ragazzi dei due paesi. L’esercente, che cercava di sedare il litigio, ricevette una pugnalata da un vignanellese e qualche ora più tardi morì.

         Il colpevole riuscì a mettersi in salvo, benchè inseguito, ma subito iniziò la caccia ai vignanellesi. In un battibaleno venne ucciso Antonio Pacelli, intento a consumare la sua merenda in un angolo dell’osteria. Poi la vendetta continuò anche in altri luoghi per l’incitazione del capitano Vincenzo Ianni, che gridò: “Quanti vignanellesi trovate, uccideteli”. Per fortuna non ci furono altre vittime ed i vignanellesi riuscirono a mettersi in salvo in vari modi.

         Quando la notizia di rappresaglia si diffuse a Vignanello, i più coraggiosi del paese si riunirono decisi a punire l’affronto, ma, giunti a Valleranno, trovarono le porte chiuse e gli abitanti rinserrati nelle case, così si vendicarono bruciando l’osteria e diversi fienili. Ci fu anche un coinvolgimento dei paesi di Canepina e Soriano per concorrere alla distruzione di Vallerano, ma poi tutto fu messo a tacere, diciamo per vie diplomatiche.

         Rimase, però, nell’animo di vignanellesi e valleranesi un senso di sopito rancore, che perdurò anche dopo l’Unità d’Italia.

 

         Molti si chiederanno: “Ma cosa c’entra il Bar Holiday con l’Unità d’Italia ?” Bene, cercherò in questo racconto di spiegarne le motivazioni, anticipando che per coloro che vissero personalmente le circostanze descritte costituirà la rivisitazione di qualcosa di piacevolmente caro, per gli altri risulterà una modesta personale testimonianza a sostegno di una avvenuta riappacificazione.

         Per iniziare,  diciamo subito che il Bar Holiday segnò un cambiamento radicale di quel che era il classico Bar paesano: maschilista ed un po’ retrogrado. Segnò l’inizio di ciò che diventarono le ordinarie abitudini di incontro tra persone di una nuova generazione, più aperte e moderne.

         L’Holiday (come era abituale chiamarlo) creò una diversa concezione di gestire il tempo libero, favorendo relazioni interpersonali, consentendo una promiscuità di pensiero, di abitudini, di caratteri, di persone, quasi assenti nel vecchio concetto di Bar, sinonimo di luogo riservato ai solo uomini.

          Costituì, insomma, ciò che l’allenatore Arrigo Sacchi costituì per la storia del calcio moderno, ossia la trasformazione del vecchio “modulo metodista” (prima di Sacchi), nella nuova concezione di “calcio totale” (il “dopo Sacchi”).

         Nel campo relazionale nostrano possiamo individuare due simili importanti cicli: il “prima di Holiday” ed il “dopo Holiday”.

         Mi rendo conto di essere poco convincente con i ragionamenti fin qui riportati e quindi desidero approfondire l’argomento raccontandovi ciò che avveniva nel nostro limitato territorio paesano poco più di una cinquantina di anni fa.

 

         Fino alla fine degli anni cinquanta, l’immaginario collettivo e le vecchie tradizioni ponevano il maschilismo al centro della vita sociale del nostro paese.

          L’uomo, quasi sempre l’unica fonte di reddito per la famiglia, era il padre-padrone che tutto poteva! La nostra cultura si era fermata al concetto di famiglia esclusivamente patriarcale. La donna curava la casa, non usciva se non per necessità attenenti alla famiglia ed aveva poca considerazione sociale: insomma, eravamo ancora rimasti con le vecchie idee dei primi anni del 1900.

 

   
Foto di rito all'inaugurazione del Bar Holiday, il 14 maggio 1960.
Da sinistra: Adelfino Forliti, Leone Paesani, Poldo Paesani, Elia (Lella) Paesani, dott. Ercole Nisini, Sestilio Rapiti (il Capitano), Carlo Creta, don Manfredo Manfredi, Salvatore Nisini, il Maresciallo Carboni - il bambino davanti è Emilio Troncarelli.

    

         Il Bar Holiday nasce, improvviso, sabato 14 Maggio 1960 in Via don Minzoni 25. Il luogo è completamente isolato: inesistente la lottizzazione di Vignano, la strada è ad unica carreggiata e le sole attività commerciali sono la vendita all’ingrosso di frutta secca di Salvatore Nisini in direzione Vallerano al civico 9 e l’Albergo Ristorante Belsito del Cav. Pietro Paolo Anselmi, direzione Vignanello, in Via Vignola al civico 41.

         Solo qualche anno più tardi Franco Giovannini avvierà la sua attività di meccanico, in prossimità del Bar Holiday, al civico 19.

         Il 1960 è l’anno delle Olimpiadi romane, de “ La Dolce Vita ”, siamo nel pieno Boom Economico. Per le nostre strade sfrecciano, si fa per dire, la Fiat 600, la Fiat 500, la Fiat 1500 e, unica, la Mini Minor 850 di Leopoldo Paesani (Poldo, così lo conoscevano tutti, non abbandonerà mai la “sua Mini”: prima Minor e poi Cooper !)

Ennio e Maria Josè         I fautori di tale spregiudicata impresa sono Ennio Forliti e sua moglie Maria José Narduzzi. Ennio e Maria Josè, che si conobbero bambini, si fidanzarono nel 1946 e si sposarono nel 1954. Una vita trascorsa in simbiosi fino a quel 6 agosto 1997 quando Maria scomparve in modo improvviso.

 

         Il locale, piccolo e confortevole, attraversa completamente il fabbricato di competenza ed ha, sul retro, un piccolo spazio aperto ma riservato.

         Il giorno dell’inaugurazione e quello successivo, ricorda Ennio, fu indimenticabile per l’euforia e per le presenze (la Domenica pomeriggio si passeggiava alla Colonnetta ed intere famiglie visitarono questa nuova attività), ma la settimana successiva quasi ci si pentì dell’azzardo fatto.

         Personalmente non ho avuto il piacere di assistere all’inaugurazione ma più tardi, nel 1970, Ennio ricorderà, in analoga circostanza, quel 14 Maggio 1960.

         Lo ricorderà, commosso, in questo personalissimo modo:

         “Temperatura senza variazioni notevoli. Situazione: persiste un campo quasi livellato d’alte pressioni limitatamente alle ore pomeridiane. Locali addensamenti cumuliformi saranno possibili nelle zone alpine, prealpi e sulle isole (era il bollettino meteorologico dell’aeronautica del 14.05.1960 fornito da Poldo). Ancora risuonava nell’aria “Romantica” vincitrice di San Remo, si imponeva “Coccinella “ di Ghigo, l’Olimpiade di Roma era alle porte. Questa era l’atmosfera che esisteva il giorno dell’inaugurazione dell’Holiday. Quattro persone (autorità e familiari) e nessun cliente (perché non c’erano): è tutto quel che ci ricorda quel giorno, tanta voglia di fare qualcosa, ma tanto difficile farla.”

 

         Per fortuna di Ennio e Maria, Holiday esplose improvviso, come improvvisa fu la sua nascita.

         Con l’arrivo dell’estate e la fine delle scuole, Vignanello si popolava di villeggianti e Vallerano di emigrati, che facevano ritorno per le vacanze. Le strutture ricettive erano insufficienti ma era facile trovare una sistemazione abitativa presso privati. L’albergo “Belsito” rimaneva al completo per l’intera stagione che terminava alla fine di Agosto. Qualche villeggiante più “attempato” protraeva la permanenza fino alla metà del mese di settembre per ammirare l’impareggiabile scenario offerto dalla natura.

         D’inverno i giovani dell’epoca, specie vignanellesi, frequentavano i Bar più centrali, mentre gli “acculturati” avevano costituito un Circolo Studentesco in Via San Rocco, ai civici 91 e 95, dove si riunivano per interminabili partite di ping-pong o di carte.

         L’estate tutto era diverso. L’arrivo di coetanei “cittadini” (e soprattutto l’arrivo di coetanee “più disinvolte”), spostava il centro di interesse alla Colonnetta. C’erano poche costruzioni, spazio per stare in libertà e poi, la domenica, la Pista da ballo dell’Albergo “Belsito”, luogo d’incontro e di conoscenze nuove. Da “Pietrone”, come si indicava l’Albergo “Belsito”, si ballava tutte le domeniche.

 

         Qualche anno più tardi, intorno al 1964, l’interesse di tutti si spostò al Bar Holiday. Forse più che l’interesse soggettivo, fu il fatto che la gioventù esogena, specie quella femminile, trovò più attraente la “moderna” atmosfera del Bar Holiday. Fu così che le sporadiche frequentazioni dei primissimi anni di attività divennero per tutti un’abitudine quasi giornaliera.

         Ci si frequentava con i coetanei valleranesi, con loro si scherzava, si colloquiava, si fraternizzava, ci si divertiva, si condividevano interessi e passioni, si intrecciavano rapporti affettivi, ci si accorgeva, insomma, che i valleranesi “erano come noi vignanellesi” !

         Ennio e Maria non avevano figli ed il loro affetto si riversò su tutti noi giovani adolescenti: un affetto che ci era sconosciuto e che ci sembrava impossibile.

         Sempre allegri, disponibili ed anche informati su quel che erano i rapporti e le situazioni affettive di ciascuno di noi, così come avrebbe fatto qualsiasi mamma o qualsiasi papà. (nella foto: Ennio e Maria Tecla Chiricozzi)

   

         Era facilissimo affezionarsi ai due cari gestori: sempre pieni di attenzioni e prodighi di consigli. Pronti a condividere iniziative, anche stravaganti, ed a riprenderci per il fumo, per il linguaggio o per la poca attenzione prestata alla ragazza del cuore.

         La promiscuità di età, di sesso, di idee, di abitudini cambiarono radicalmente la nostra concezione di divertimento. Fino ad allora noi ragazzi eravamo abituati a frequentare luoghi di divertimento quasi esclusivamente maschili mentre le ragazze frequentavano realtà quasi esclusivamente femminili. Non si era mai verificato un evento così terribilmente voluto e mai, fino ad allora, realizzato. Il Bar Holiday aveva smosso le nostre coscienze, ci faceva crescere uomini e donne diversi.

    

Foto in alto: Maria Josè Narduzzi e Tancredi (Dedi) Paesani

Foto in basso, in ordine: 

1) Leopoldo (Poldo) Paesani, ?, Nindo Rapiti e in ombra dietro Vincenzo (Enzo) Scapigliati

2) Margherita Stefani e Giorgio Mastrogregori

3) Maria Maddalena Stefani e Carlo Chiricozzi

     

         Ennio è sempre stato una fonte inesauribile di goliardiche idee. La prima delle tante Feste ideate e condivise dai primissimi avventori del Bar Holiday fu quella del Fine Anno 1963 con Ballo, cotillons e fuochi artificiali. Non ricordo personalmente la serata ma la documento con foto dell’evento. Foto in cui compaiono quei giovani ed assidui avventori che costituirono poi l’anima di quella nuova creatura.

         Gli avventori del Bar Holiday furono tra i più disparati. Provenivano da tutti i paesi del circondario ed anche da località più distanti. Avventori e simpatici personaggi che è quasi obbligatorio nominare: indimenticabili ed immancabili.

         Come non ricordare Leopoldo (Poldo) Paesani, musicologo, micologo, patito per l’Hi Fi, per il cinema e suo fratello Tancredi (Dedi), musicista, poeta, fotoamatore e scrittore. Duilio Capati, insegnante e piacevole conversatore, Tonino De Carolis, sempre riflessivo e premuroso, Franco Ottavianelli (Pignocco), allegro e “compagnone”, Giorgio Mastrogregori, simpatico “caciarone, sua sorella Gabriella e la cugina Miriam, Franco Piccioni, Gianni Piccioni, mio fratello Romolo, Piero Stefani e le sorelle Margherita e Maria Maddalena, Maria Lorenzetti, Lucia Manfredi, Nildo Rapiti, Franca Bernardini, Carlo e Franca Chiricozzi, Romano Petti, Mario Chiricozzi, Mario e Margherita (Rita) Tabacchini, Rossana Fornari, Massimo Cordovana, Pierluigi Biagiarelli, Franco e Mauro Giovannini, Giuseppe (Peppe) e Marco Manfredi, Rosa Maria Orsolini, Loreto Seralessandri, Guido Tabacchini, Emilio Petti, Salvatore (Nuzzo) Gnisci, Rita Marini, Gabriella Bracci, Carlo e Pietro Creta, Maria Mecarelli, Lina Ceccarelli, Giacinta Cecchini, Augusto Fiorentini (Terrore), Toto e Memmo Ferri, Antonietta Santocchi, Massimo Serata, Fulvio Catalani, Nando Ciorba, Paolo Benedetti, le gemelle Lilli e Marina, Bruno Pugliesi, Innocenzo (Franco) Mastromichele, Carlo e Rossella Vercelloni, Alfonso Tabacchini, Gastone Chiricozzi, Orlando (Dino) Nisini, Luigi Antonozzi, Gloria, Daniela e Simonetta Crescimbeni, Rosanna Piccioni, Piero Rempicci, Augusto Zappi, Franco Murgia, Mario Mottolese, Giancarlo De Guglielmo, Giancarlo Gatti, Lavinio Della Porta, Remo Vettraino, Marco Andreocci.

         Nei mesi di luglio ed agosto si contavano le presenze del Comm. Paride Marini (al centro nella foto, fra Ennio e Maria) e signora, di Giovan Battista (Titta) Arista e signora e poi di Emilio Rapiti (Emilio neh!) e di Leone Chiricozzi che tornava, con i familiari, dall’America.

         A questi si aggiunsero, poco più tardi, le giovani leve: Carla Chiricozzi, la sorella Maria Tecla ed il fratello Adriano, Adolfo Gnisci, Carla Pugliesi, Daniela Salvatori, Amedea Grattarola, Maria Paola Stefani, Miretta Pierosara, Annunziata Celsi ed il fratello Francesco, Fiorello Cagnetti, Ginetto Chiricozzi, Giuseppe Carosi, Giuseppe Antonaroli, Patrizia Stefani, Filippo e Laura Quadraccia, Giovanni Soldini, Sergio Cagnetti, i fratelli Gasperini, I componenti del complesso “I Falisci”, Giovanni (Gianni) Ceccarelli e la sorella Pina, Graziella Natili, Ombretta Bracci, Sandro Piccioni, Leo Nisini, Luigina Pacelli, Vico Pacelli, Massimo Fornicoli, Rita Pierosara, Olimpia Nisini, Quinto (Lillo) Nisini, Silvana Marini, Marco Mastrogregori, Silverio Stampella, David Graziotti e tanti, tanti altri che al momento mi sfuggono ed ai quali chiedo scusa.

         Altre due persone desidero ricordare in modo speciale, per la loro cortesia e riservatezza. Sono i genitori di Ennio: Adelfino Forliti e Elia (Lella) Paesani, persone con le quali era piacevolissimo intrattenersi e conversare.   

  

         Non voglio però essere triste nel ricordare chi non c’è più, ciascuno le ricorderà a modo suo, perché la tristezza tradirebbe quel che l’Holiday ci ha sempre trasmesso: allegria, felicità, ed affetto verso tutti.  

Nella foto: Adelfino Forliti, Lilio Piermartini, Emilio Antonini.

         Per concludere dirò solamente che tutti i giovani del circondario frequentarono questo nuovo fenomeno culturale e ne rimasero “stregati”.

 

         Ho tante cose da ricordare, che non so da dove incominciare. Cercherò di farlo in maniera cronologica e, se qualche evento risulterà posposto o anteposto, nessuno me ne abbia!

         Un ricordo degno di nota è, senz’altro, “L’autoradio Raduno di Primavera”. Una Caccia al Tesoro organizzata, via radio, dall’Automobil Club Provinciale. Partecipavano alla competizione equipaggi automotorizzati dell’intera provincia di Viterbo. La gara era di “regolarità”, destrezza ed intelligenza. Si svolgeva di Sabato e Domenica e durò per diverse settimane. Al Bar Holiday si era formato un gruppo di consulenti per le varie attività concorsuali, un gruppo talmente organico e competente che consentì la vittoria Regionale della Competizione: 1° Premio Assoluto e vincita di una Fiat 500, nuova , fiammante ed acquistata da Franco Giovannini.

   

Foto in alto: Lucia Manfredi e Nindo Rapiti

Foto in basso: Miriam Mastrogregori, Ennio Forliti e davanti Margherita Stefani

   

         La vittoria conseguita e lungamente pubblicizzata dai quotidiani viterbesi dette lustro al Bar Holiday, citato come essenziale partner per la vittoria finale.

         L’anno? Il 1963 o, forse, il 1964.

         Nel 1965 terminò l’attività imprenditoriale dell’Albergo Ristorante “Belsito” e ciò non fece che incrementare l’afflusso di persone al Bar Holiday.

         Mentre nel corso della settimana era piacevole conversare con conoscenti ed amici, ascoltando dischi di musica leggera da un luminoso e variopinto Juke Box puntualmente aggiornato nei brani da Poldo, nei giorni di festa era quasi impossibile permanere nei locali del Bar. Il motivo principale era lo spazio, ma un altro motivo era legato alla eccezionale capacità di Ennio nella preparazione del gelato, rigorosamente artigianale. I gusti proposti erano tantissimi, il sapore eccellente e la fragranza della cialda unica. C’era la fila per l’intera giornata: continua, interminabile. Ennio aveva anche ideato un gusto esclusivo: il Piripicchio, ottenuto mescolando fior di latte e cioccolato grattugiato. Fu un vero successo!

         Per non intralciare l’attività del Bar ci si sedeva fuori dell’ingresso o si occupava il piccolo spazio esterno appartato, che non tutti conoscevano.

         Le fasce d’età degli avventori abituali andavano dai 13/14 anni ai 30/35 e si viveva come in una grande famiglia. Sembra strano a dirsi ma era la realtà !

         Alla base di tutti i rapporti c’erano il rispetto, l’educazione e la correttezza nei comportamenti, poi l’amicizia, l’affetto, il divertimento e, perché no, l’amore, quello sincero, che nasceva spontaneo tra ragazzi.

  

Foto in alto: Maddalena Stefani, Carlo Chiricozzi, Rosa Maria Orsolini, Maria Josè Narduzzi

Foto in basso: Leopoldo (Poldo) Paesani, Aldo Reali, Franca Bernardini, Rosa Maria Orsolini

  

         Tantissime persone si sono conosciute all’Holiday, si sono innamorate e poi sposate. Proprio come in una favola, oggi sempre più irreale.

         Qualche anno più tardi frequentai l’Holiday, inseguendo quella che poi doveva diventare mia moglie ed ho sempre avuto l’impressione che Ennio e Maria fossero particolarmente felici dei reciproci sentimenti che nascevano sotto i loro occhi. Non perdevano occasione per informarsi di quali fossero le “accoppiate più recenti”, mettendo poi alla berlina i soggetti più timidi con illusorie battute.

         Nel corso della stagione estiva l’Holiday ospitava clienti che provenivano da tutti i paesi del circondario, era divenuto il centro di richiamo dei giovani di gran parte della provincia: Vignanello e Vallerano contavano su una splendida gioventù femminile che frequentava il Bar e questo contribuiva ad incrementare visite ed amicizie. Molte bellissime ragazze furono conquistate da ragazzi di altri paesi.  

         Nel 1967 il Bar Holiday era affermatissimo e conosciuto dappertutto. Non c’era giovane del circondario che non lo avesse frequentato almeno una volta.

 

         Un diffuso modo di dire sostiene che, nelle cose, “il primo è il primo ed il secondo è nessuno”, non fu così nell’avvicendamento dei frequentatori di questo locale: ci furono i primi e poi i secondi e così via, senza gerarchie o predomini, si era tutti uguali, tutti uniti, tutti amici, tutti leali: questo ci gratificava.

 

         Nell’estate del 1968 si volle movimentare l’ambiente con la 1^ Caccia al Tesoro a Coppie (a lato la locandina, disegnata da Fiorello). Vignanello e Vallerano furono invasi da una miriade di giovani che cercavano gli oggetti più disparati, ponevano le domande più strane, accompagnati da ragazze che avevano una corona di fiori in testa: vi lascio immaginare i commenti delle anziane abitanti dei vicoli del Casalino a Vignanello o delle anziane donne di Piazza Padella a Vallerano. La Caccia al Tesoro fu un successo, la coppia vincitrice, Loreto Seralessandri e Maria Maddalena Stefani, ebbero, come trofeo, un Vaso da Notte!

         Nell’ottobre del 1968 prestai il militare a Bari, gli amici più intimi dell’Holiday vennero ad accompagnarmi alla stazione di Orte al momento della partenza: la cosa mi commosse. Quando tornai in licenza per la prima volta era il 28 dicembre, il primo posto che mi venne in mente per incontrare la mia futura moglie fu, neanche a dirlo, l’Holiday !

         La breve licenza ottenuta mi consentì di partecipare alla Prima Gita sulla Neve effettuata il 29.12.1968 in località Campo Catino: 31 i partecipanti, 17 maschi e 14 femmine.

 

         Anche il 1969 fu anno di Caccia al Tesoro (a lato, la locandina, opera di Fiorello), ma la Patria non mi dette l’opportunità di parteciparvi. Ritornai dal servizio militare il 24 dicembre 1969: appena in tempo per partecipare alla Seconda Gita sulla Neve del 28.12.1969 in località Monte Amiata, magnificamente pubblicizzata con una locandina artigianale (in basso) disegnata da Fiorello: 49 partecipanti, 25 maschi e 24 femmine.

         L’anno 1970 riservò un’infinità di sorprese. Ennio e Maria si erano resi conto della ridotta capienza del loro Bar. Nei giorni di festa, già da qualche anno, era impossibile garantire il servizio a tutti gli avventori. Inoltre il Bar aveva bisogno di uno spazio capiente per il servizio ai tavoli. Il Bar Holiday era divenuto un centro di incontro mondano e le persone venivano per trascorrere parte del loro tempo.

  

         Il primo vecchio caro Bar Holiday era stato sconfitto dalla sua rinomata fama e doveva sacrificarsi, morire, per poi rinascere, più moderno ed accogliente.

  

 

Foto Gita al Monte Amiata.
A destra: Miretta Pierosara e Gino Chiricozzi; 
in basso: Luigia Pacelli e Luigi Antonozzi.

     

    

        Nelle immediate vicinanze dell’Holiday era stata costruita da qualche anno “Casa Lorenzetti” ed Ennio e Maria decisero di trasferirsi in un locale dello stabile, più ampio e con annesso Giardino all’aperto (occupava l’intero immobile, allora inesistente, che seguita verso Vignanello dopo l’attuale ingresso di Holiday).

  

         Iniziarono così i lavori necessari alla realizzazione di qualcosa, che tutti sapevamo, già grande.

  

         I lavori di sistemazione dei nuovi locali e dell’ampio giardino esterno durarono a lungo, Ennio partecipava fattivamente nel giorno di riposo settimanale ed a tarda sera. Sulla porta d’ingresso dei nuovi locali del Bar era stato posto un avviso per scoraggiare i curiosi. Su di un doppio foglio rosso a righe, era scritto:

“NON DISTURBATECI, STIAMO LAVORANDO PER VOI.”

 

La preparazione della nuova sede, lunga e laboriosa, si concluse alla metà del mese di Luglio 1970, ed ebbe inizio una nuova avventura.

         …ma questa ve la racconterò il prossimo mese di Maggio!

 

Un caro saluto per tutti

Tommaso Marini

 

Vignanello, li 28 Aprile 2011

       

...e per concludere una carrellata di foto dalla 1^ Caccia al Tesoro del 1968

 

Rita Pierosara, Marco Mastrogregori e Ennio Forliti

 

Tutti attorno alla 500 di Tommaso.
da sx: Daniela Salvatori (di spalle), Emilio Petti, Guido Tabacchini, Anna Olivieri,
Loreto Seralessandri, Salvatore (Nuzzo) Gnisci appoggiato alla vettura,
Tommaso Marini e Carla Chiricozzi

 

Carla Chiricozzi e Tommaso Marini

 

...di nuovo...

 

Marco Mastrogregori e Rita Pierosara

 

Anna Dari e Felice Menicacci

 

La premiazione finale!
Marco Mastrogregori, Tommaso Marini, Carla Chiricozzi,

Nuzzo Gnisci, Rita Marini, Ennio Forliti, Maria Maddalena Stefani, Loreto Seralessandri,

... Olivieri, Anna Olivieri, Guido Tabacchini, Dino Nisini