28.04.11 APRILE 2011
Per questo mese… un “fenomeno” valleranese. IL
BAR HOLIDAY: prima parte
I
festeggiamenti per la ricorrenza del 150° Anniversario dell’Unità
d’Italia dovrebbero comprendere anche un Riconoscimento Ufficiale ad
un “fenomeno sociale” che contribuì, nel suo piccolo, alla
riunificazione di due paesi. Due
paesi dove la fine dell’uno coincide con l’inizio dell’altro: il nostro
amato Vignanello ed il tanto odiato Vallerano.
I reciproci rapporti di vicinato di questi due paesi dei Monti Cimini
non sono mai stati rapporti idilliaci. L’inimicizia, di origini secolari, si
acuì maggiormente a seguito di un fatto di sangue che può essere brevemente
riassunto:
era
il 10 agosto 1799. Mentre a Vallerano si celebrava la festa della Madonna del
Ruscello, in una osteria sorse un diverbio tra ragazzi dei due paesi.
L’esercente, che cercava di sedare il litigio, ricevette una pugnalata da un
vignanellese e qualche ora più tardi morì.
Il colpevole riuscì a mettersi in salvo, benchè inseguito, ma subito
iniziò la caccia ai vignanellesi. In un battibaleno venne ucciso Antonio
Pacelli, intento a consumare la sua merenda in un angolo dell’osteria. Poi
la vendetta continuò anche in altri luoghi per l’incitazione del capitano
Vincenzo Ianni, che gridò: “Quanti vignanellesi trovate, uccideteli”. Per
fortuna non ci furono altre vittime ed i vignanellesi riuscirono a mettersi in
salvo in vari modi.
Quando la notizia di rappresaglia si diffuse a Vignanello, i più
coraggiosi del paese si riunirono decisi a punire l’affronto, ma, giunti a
Valleranno, trovarono le porte chiuse e gli abitanti rinserrati nelle case,
così si vendicarono bruciando l’osteria e diversi fienili. Ci fu anche un
coinvolgimento dei paesi di Canepina e Soriano per concorrere alla distruzione
di Vallerano, ma poi tutto fu messo a tacere, diciamo per vie diplomatiche.
Rimase, però, nell’animo di vignanellesi e valleranesi un senso di
sopito rancore, che perdurò anche dopo l’Unità d’Italia.
Molti si chiederanno: “Ma cosa
c’entra il Bar Holiday con l’Unità d’Italia ?” Bene, cercherò in
questo racconto di spiegarne le motivazioni, anticipando che per coloro che
vissero personalmente le circostanze descritte costituirà la rivisitazione di
qualcosa di piacevolmente caro, per gli altri risulterà una modesta personale
testimonianza a sostegno di una avvenuta riappacificazione.
Per iniziare,
diciamo subito che il Bar Holiday segnò un cambiamento radicale di
quel che era il classico Bar paesano: maschilista ed un po’ retrogrado. Segnò
l’inizio di ciò che diventarono le ordinarie abitudini di incontro tra
persone di una nuova generazione, più aperte e moderne.
L’Holiday (come era abituale chiamarlo) creò una diversa concezione
di gestire il tempo libero, favorendo relazioni interpersonali, consentendo
una promiscuità di pensiero, di abitudini, di caratteri, di persone, quasi
assenti nel vecchio concetto di Bar, sinonimo di luogo riservato ai solo
uomini.
Costituì,
insomma, ciò che l’allenatore Arrigo Sacchi costituì per la storia del
calcio moderno, ossia la trasformazione del vecchio “modulo metodista”
(prima di Sacchi), nella nuova concezione di “calcio totale” (il “dopo
Sacchi”).
Nel campo relazionale nostrano possiamo individuare due simili
importanti cicli: il “prima di Holiday” ed il “dopo Holiday”.
Mi rendo conto di essere poco convincente con i ragionamenti fin qui
riportati e quindi desidero approfondire l’argomento raccontandovi ciò che
avveniva nel nostro limitato territorio paesano poco più di una cinquantina
di anni fa. Fino alla fine degli anni cinquanta, l’immaginario collettivo e le vecchie tradizioni ponevano il maschilismo al centro della vita sociale del nostro paese. L’uomo, quasi sempre l’unica fonte di reddito per la famiglia, era il padre-padrone che tutto poteva! La nostra cultura si era fermata al concetto di famiglia esclusivamente patriarcale. La donna curava la casa, non usciva se non per necessità attenenti alla famiglia ed aveva poca considerazione sociale: insomma, eravamo ancora rimasti con le vecchie idee dei primi anni del 1900.
Il Bar Holiday nasce, improvviso, sabato 14 Maggio
Solo qualche anno più tardi Franco Giovannini avvierà la sua attività
di meccanico, in prossimità del Bar Holiday, al civico 19.
Il 1960 è l’anno delle Olimpiadi romane, de “
I fautori di tale spregiudicata impresa sono Ennio Forliti e sua moglie
Maria José Narduzzi. Ennio e Maria Josè, che si conobbero bambini, si
fidanzarono nel 1946 e si sposarono nel 1954. Una vita trascorsa in simbiosi
fino a quel 6 agosto 1997 quando Maria scomparve in modo improvviso.
Il locale, piccolo e confortevole, attraversa completamente il
fabbricato di competenza ed ha, sul retro, un piccolo spazio aperto ma
riservato.
Il giorno dell’inaugurazione e quello successivo, ricorda Ennio, fu
indimenticabile per l’euforia e per le presenze (la Domenica
pomeriggio si passeggiava alla Colonnetta ed intere famiglie visitarono questa
nuova attività), ma la settimana successiva quasi ci si pentì dell’azzardo
fatto.
Personalmente non ho avuto il piacere di assistere all’inaugurazione
ma più tardi, nel 1970, Ennio ricorderà, in analoga circostanza, quel 14
Maggio 1960.
Lo ricorderà, commosso, in questo personalissimo modo:
“Temperatura senza variazioni
notevoli. Situazione: persiste un campo quasi livellato d’alte pressioni
limitatamente alle ore pomeridiane. Locali addensamenti cumuliformi saranno
possibili nelle zone alpine, prealpi e sulle isole (era il bollettino
meteorologico dell’aeronautica del 14.05.1960 fornito da Poldo). Ancora
risuonava nell’aria “Romantica” vincitrice di San Remo, si imponeva
“Coccinella “ di Ghigo, l’Olimpiade di Roma era alle porte. Questa era
l’atmosfera che esisteva il giorno dell’inaugurazione dell’Holiday.
Quattro persone (autorità e familiari) e nessun cliente (perché non
c’erano): è tutto quel che ci ricorda quel giorno, tanta voglia di fare
qualcosa, ma tanto difficile farla.”
Per fortuna di Ennio e Maria, Holiday esplose improvviso, come
improvvisa fu la sua nascita.
Con l’arrivo dell’estate e la fine delle scuole, Vignanello si
popolava di villeggianti e Vallerano di emigrati, che facevano ritorno per le
vacanze. Le strutture ricettive erano insufficienti ma era facile trovare una
sistemazione abitativa presso privati. L’albergo “Belsito” rimaneva al
completo per l’intera stagione che terminava alla fine di Agosto. Qualche
villeggiante più “attempato” protraeva la permanenza fino alla metà del
mese di settembre per ammirare l’impareggiabile scenario offerto dalla
natura.
D’inverno i giovani dell’epoca, specie vignanellesi, frequentavano
i Bar più centrali, mentre gli “acculturati” avevano costituito un
Circolo Studentesco in Via San Rocco, ai civici 91 e 95, dove si riunivano per
interminabili partite di ping-pong o di carte.
L’estate tutto era diverso. L’arrivo di coetanei “cittadini” (e
soprattutto l’arrivo di coetanee “più disinvolte”), spostava il centro
di interesse alla Colonnetta. C’erano poche costruzioni, spazio per stare in
libertà e poi, la domenica,
Qualche anno più tardi, intorno al 1964, l’interesse di tutti si
spostò al Bar Holiday. Forse più che l’interesse soggettivo, fu il fatto
che la gioventù esogena, specie quella femminile, trovò più attraente la
“moderna” atmosfera del Bar Holiday. Fu così che le sporadiche
frequentazioni dei primissimi anni di attività divennero per tutti
un’abitudine quasi giornaliera.
Ci si frequentava con i coetanei valleranesi, con loro si scherzava, si
colloquiava, si fraternizzava, ci si divertiva, si condividevano interessi e
passioni, si intrecciavano rapporti affettivi, ci si accorgeva, insomma, che i
valleranesi “erano come noi vignanellesi” !
Ennio e Maria non avevano figli ed il loro affetto si riversò su tutti
noi giovani adolescenti: un affetto che ci era sconosciuto e che ci sembrava
impossibile.
Sempre allegri, disponibili ed anche informati su quel che erano i
rapporti e le situazioni affettive di ciascuno di noi, così come avrebbe
fatto qualsiasi mamma o qualsiasi papà. (nella foto: Ennio e
Maria Tecla Chiricozzi)
Era facilissimo affezionarsi ai due cari gestori: sempre pieni di
attenzioni e prodighi di consigli. Pronti a condividere iniziative, anche
stravaganti, ed a riprenderci per il fumo, per il linguaggio o per la poca
attenzione prestata alla ragazza del cuore.
La promiscuità di età, di sesso, di idee, di abitudini cambiarono
radicalmente la nostra concezione di divertimento. Fino ad allora noi ragazzi
eravamo abituati a frequentare luoghi di divertimento quasi esclusivamente
maschili mentre le ragazze frequentavano realtà quasi esclusivamente
femminili. Non si era mai verificato un evento così terribilmente voluto e
mai, fino ad allora, realizzato. Il Bar Holiday aveva smosso le nostre
coscienze, ci faceva crescere uomini e donne diversi. Foto in alto: Maria Josè Narduzzi e Tancredi (Dedi) Paesani Foto in basso, in ordine: 1) Leopoldo (Poldo) Paesani, ?, Nindo Rapiti e in ombra dietro Vincenzo (Enzo) Scapigliati 2) Margherita Stefani e Giorgio Mastrogregori 3) Maria Maddalena Stefani e Carlo Chiricozzi
Ennio è sempre stato una fonte inesauribile di goliardiche idee. La
prima delle tante Feste ideate e condivise dai primissimi avventori del Bar
Holiday fu quella del Fine Anno 1963 con Ballo, cotillons e fuochi
artificiali. Non ricordo personalmente la serata ma la documento con foto
dell’evento. Foto in cui compaiono quei giovani ed assidui avventori che
costituirono poi l’anima di quella nuova creatura.
Gli avventori del Bar Holiday furono tra i più disparati. Provenivano
da tutti i paesi del circondario ed anche da località più distanti.
Avventori e simpatici personaggi che è quasi obbligatorio nominare:
indimenticabili ed immancabili.
Come non ricordare Leopoldo (Poldo) Paesani, musicologo, micologo,
patito per l’Hi Fi, per il cinema e suo fratello Tancredi (Dedi), musicista,
poeta, fotoamatore e scrittore. Duilio Capati, insegnante e piacevole
conversatore, Tonino De Carolis, sempre riflessivo e premuroso, Franco
Ottavianelli (Pignocco), allegro e “compagnone”, Giorgio Mastrogregori,
simpatico “caciarone, sua sorella Gabriella e la cugina Miriam, Franco
Piccioni, Gianni Piccioni, mio fratello Romolo, Piero Stefani e le sorelle
Margherita e Maria Maddalena, Maria Lorenzetti, Lucia Manfredi, Nildo Rapiti,
Franca Bernardini, Carlo e Franca Chiricozzi, Romano Petti, Mario Chiricozzi,
Mario e Margherita (Rita) Tabacchini, Rossana Fornari, Massimo Cordovana,
Pierluigi Biagiarelli, Franco e Mauro Giovannini, Giuseppe (Peppe) e Marco
Manfredi, Rosa Maria Orsolini, Loreto Seralessandri, Guido Tabacchini, Emilio
Petti, Salvatore (Nuzzo) Gnisci, Rita Marini, Gabriella Bracci, Carlo e Pietro
Creta, Maria Mecarelli, Lina Ceccarelli, Giacinta Cecchini, Augusto Fiorentini
(Terrore), Toto e Memmo Ferri, Antonietta Santocchi, Massimo Serata, Fulvio
Catalani, Nando Ciorba, Paolo Benedetti, le gemelle Lilli e Marina, Bruno
Pugliesi, Innocenzo (Franco) Mastromichele, Carlo e Rossella Vercelloni,
Alfonso Tabacchini, Gastone Chiricozzi, Orlando (Dino) Nisini, Luigi Antonozzi,
Gloria, Daniela e Simonetta Crescimbeni, Rosanna Piccioni, Piero Rempicci,
Augusto Zappi, Franco Murgia, Mario Mottolese, Giancarlo De Guglielmo,
Giancarlo Gatti, Lavinio Della Porta, Remo Vettraino, Marco Andreocci.
Nei mesi di luglio ed agosto si contavano le presenze del Comm. Paride
Marini (al centro nella foto, fra Ennio e Maria) e
signora, di Giovan Battista (Titta) Arista e signora e poi di Emilio Rapiti
(Emilio neh!) e di Leone Chiricozzi che tornava, con i familiari,
dall’America.
A questi si aggiunsero, poco più tardi, le giovani leve: Carla
Chiricozzi, la sorella Maria Tecla ed il fratello Adriano, Adolfo Gnisci,
Carla Pugliesi, Daniela Salvatori, Amedea Grattarola, Maria Paola Stefani,
Miretta Pierosara, Annunziata Celsi ed il fratello Francesco, Fiorello
Cagnetti, Ginetto Chiricozzi, Giuseppe Carosi, Giuseppe Antonaroli, Patrizia
Stefani, Filippo e Laura Quadraccia, Giovanni Soldini, Sergio Cagnetti, i
fratelli Gasperini, I componenti del complesso “I Falisci”, Giovanni
(Gianni) Ceccarelli e la sorella Pina, Graziella Natili, Ombretta Bracci,
Sandro Piccioni, Leo Nisini, Luigina Pacelli, Vico Pacelli, Massimo Fornicoli,
Rita Pierosara, Olimpia Nisini, Quinto (Lillo) Nisini, Silvana Marini, Marco
Mastrogregori, Silverio Stampella, David Graziotti e tanti, tanti altri che al
momento mi sfuggono ed ai quali chiedo scusa.
Altre due persone desidero ricordare in modo speciale, per la loro
cortesia e riservatezza. Sono i
genitori di Ennio: Adelfino Forliti e Elia
(Lella) Paesani, persone con le quali era piacevolissimo intrattenersi e
conversare.
Non voglio però essere triste nel ricordare chi non c’è più,
ciascuno le ricorderà a modo suo, perché la tristezza tradirebbe quel che
l’Holiday ci ha sempre trasmesso: allegria, felicità, ed affetto verso
tutti. Nella foto: Adelfino Forliti, Lilio Piermartini, Emilio Antonini.
Per concludere dirò solamente che tutti i giovani del circondario
frequentarono questo nuovo fenomeno culturale e ne rimasero “stregati”.
Ho tante cose da ricordare, che non so da dove incominciare. Cercherò
di farlo in maniera cronologica e, se qualche evento risulterà posposto o
anteposto, nessuno me ne abbia!
Un ricordo degno di nota è, senz’altro, “L’autoradio Raduno di
Primavera”. Una Caccia al Tesoro organizzata, via radio, dall’Automobil
Club Provinciale. Partecipavano alla competizione equipaggi automotorizzati
dell’intera provincia di Viterbo. La gara era di “regolarità”,
destrezza ed intelligenza. Si svolgeva di Sabato e Domenica e durò per
diverse settimane. Al Bar Holiday si era formato un gruppo di consulenti per
le varie attività concorsuali, un gruppo talmente organico e competente che
consentì la vittoria Regionale della Competizione: 1° Premio Assoluto e
vincita di una Fiat 500, nuova , fiammante ed acquistata da Franco Giovannini.
Foto in alto: Lucia Manfredi e Nindo Rapiti Foto in basso: Miriam Mastrogregori, Ennio Forliti e davanti Margherita Stefani
La vittoria conseguita e lungamente pubblicizzata dai quotidiani
viterbesi dette lustro al Bar Holiday, citato come essenziale partner per la
vittoria finale.
L’anno? Il 1963 o, forse, il 1964.
Nel 1965 terminò l’attività imprenditoriale dell’Albergo
Ristorante “Belsito” e ciò non fece che incrementare l’afflusso di
persone al Bar Holiday.
Mentre nel corso della settimana era piacevole conversare con
conoscenti ed amici, ascoltando dischi di musica leggera da un luminoso e
variopinto Juke Box puntualmente aggiornato nei brani da Poldo, nei giorni di
festa era quasi impossibile permanere nei locali del Bar. Il motivo principale
era lo spazio, ma un altro motivo era legato alla eccezionale capacità di
Ennio nella preparazione del gelato, rigorosamente artigianale. I gusti
proposti erano tantissimi, il sapore eccellente e la fragranza della cialda
unica. C’era la fila per l’intera giornata: continua, interminabile. Ennio
aveva anche ideato un gusto esclusivo: il Piripicchio, ottenuto mescolando
fior di latte e cioccolato grattugiato. Fu un vero successo!
Per non intralciare l’attività del Bar ci si sedeva fuori
dell’ingresso o si occupava il piccolo spazio esterno appartato, che non
tutti conoscevano.
Le fasce d’età degli avventori abituali andavano dai 13/14 anni ai
30/35 e si viveva come in una grande famiglia. Sembra strano a dirsi ma era la
realtà !
Alla base di tutti i rapporti c’erano il rispetto, l’educazione e
la correttezza nei comportamenti, poi l’amicizia, l’affetto, il
divertimento e, perché no, l’amore, quello sincero, che nasceva spontaneo
tra ragazzi.
Foto in alto: Maddalena Stefani, Carlo Chiricozzi, Rosa Maria Orsolini, Maria Josè Narduzzi Foto in basso: Leopoldo (Poldo) Paesani, Aldo Reali, Franca Bernardini, Rosa Maria Orsolini
Tantissime persone si sono conosciute all’Holiday, si sono innamorate
e poi sposate. Proprio come in una favola, oggi sempre più irreale.
Qualche anno più tardi frequentai l’Holiday, inseguendo quella che
poi doveva diventare mia moglie ed ho sempre avuto l’impressione che Ennio e
Maria fossero particolarmente felici dei reciproci sentimenti che nascevano
sotto i loro occhi. Non perdevano occasione per informarsi di quali fossero le
“accoppiate più recenti”, mettendo poi alla berlina i soggetti più
timidi con illusorie battute.
Nel corso della stagione estiva l’Holiday ospitava clienti che
provenivano da tutti i paesi del circondario, era divenuto il centro di
richiamo dei giovani di gran parte della provincia: Vignanello e Vallerano
contavano su una splendida gioventù femminile che frequentava il Bar e questo
contribuiva ad incrementare visite ed amicizie. Molte bellissime ragazze
furono conquistate da ragazzi di altri paesi.
Nel 1967 il Bar Holiday era affermatissimo e conosciuto dappertutto.
Non c’era giovane del circondario che non lo avesse frequentato almeno una
volta.
Un diffuso modo di dire sostiene che, nelle cose, “il primo è il
primo ed il secondo è nessuno”, non fu così nell’avvicendamento dei
frequentatori di questo locale: ci furono i primi e poi i secondi e così via,
senza gerarchie o predomini, si era tutti uguali, tutti uniti, tutti amici,
tutti leali: questo ci gratificava.
Nell’estate del 1968 si volle movimentare l’ambiente con la 1^
Caccia al Tesoro a Coppie (a lato la locandina, disegnata da
Fiorello). Vignanello e Vallerano furono invasi da una miriade di
giovani che cercavano gli oggetti più disparati, ponevano le domande più
strane, accompagnati da ragazze che avevano una corona di fiori in testa: vi
lascio immaginare i commenti delle anziane abitanti dei vicoli del Casalino a
Vignanello o delle anziane donne di Piazza Padella a Vallerano.
Nell’ottobre del 1968 prestai il militare a Bari, gli amici più
intimi dell’Holiday vennero ad accompagnarmi alla stazione di Orte al
momento della partenza: la cosa mi commosse. Quando tornai in licenza per la
prima volta era il 28 dicembre, il primo posto che mi venne
in mente per incontrare la mia futura moglie fu, neanche a dirlo, l’Holiday
!
La breve licenza ottenuta mi consentì di partecipare alla Prima Gita
sulla Neve effettuata il 29.12.1968 in località Campo Catino: 31 i
partecipanti, 17 maschi e 14 femmine.
Anche il 1969 fu anno di Caccia al Tesoro (a lato,
la locandina, opera di Fiorello), ma
L’anno 1970 riservò un’infinità di sorprese. Ennio e Maria si
erano resi conto della ridotta capienza del loro Bar. Nei giorni di festa, già
da qualche anno, era impossibile garantire il servizio a tutti gli avventori.
Inoltre il Bar aveva bisogno di uno spazio capiente per il servizio ai tavoli.
Il Bar Holiday era divenuto un centro di incontro mondano e le persone
venivano per trascorrere parte del loro tempo.
Il primo vecchio caro Bar Holiday era stato sconfitto dalla sua
rinomata fama e doveva sacrificarsi, morire, per poi rinascere, più moderno
ed accogliente.
Foto
Gita al Monte Amiata.
Nelle immediate vicinanze dell’Holiday era stata costruita da qualche
anno “Casa Lorenzetti” ed Ennio e Maria decisero di trasferirsi in un
locale dello stabile,
più ampio e con annesso Giardino all’aperto (occupava
l’intero immobile, allora inesistente, che seguita verso Vignanello dopo
l’attuale ingresso di Holiday).
Iniziarono così i lavori necessari alla realizzazione di qualcosa, che
tutti sapevamo, già grande.
I lavori di sistemazione dei nuovi locali e dell’ampio giardino
esterno durarono a lungo, Ennio partecipava fattivamente nel giorno di riposo
settimanale ed a tarda sera. Sulla porta d’ingresso dei nuovi locali del Bar
era stato posto un avviso per scoraggiare i curiosi. Su di un doppio foglio
rosso a righe, era scritto: “NON
DISTURBATECI, STIAMO LAVORANDO PER VOI.” La
preparazione della nuova sede, lunga e laboriosa, si concluse alla metà del
mese di Luglio 1970, ed ebbe inizio una nuova avventura.
…ma questa ve la racconterò il prossimo mese di Maggio! Un
caro saluto per tutti Tommaso
Marini Vignanello,
li 28 Aprile 2011
...e per concludere una carrellata di foto dalla 1^ Caccia al Tesoro del 1968
Rita Pierosara, Marco Mastrogregori e Ennio Forliti
Tutti
attorno alla 500 di Tommaso.
Carla Chiricozzi e Tommaso Marini
...di nuovo...
Marco Mastrogregori e Rita Pierosara
Anna Dari e Felice Menicacci
La
premiazione finale! Nuzzo Gnisci, Rita Marini, Ennio Forliti, Maria Maddalena Stefani, Loreto Seralessandri, ... Olivieri, Anna Olivieri, Guido Tabacchini, Dino Nisini
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