27.11.11 Un
attimo di sentito raccoglimento
Mercoledì 16 novembre u.s. ricorreva il primo anniversario della morte di un grande uomo sacerdote; queste ultime tre parole sintetizzano il risultato da lui conseguito nel corso della vita. E’ già trascorso un anno e questo rende ancor più evidente un doppio rammarico: quello sofferto per la sua dipartita e quello per il rapido trascorrere del tempo. Abbiamo mai avuto, in questo periodo, l’occasione di ripensare a don Luigi? Ci siamo mai chiesti cosa altro avrebbe pensato la sua mente indomita (anche se stanca negli ultimi tempi)? Lo abbiamo ancora ricordato nelle nostre quotidiane riflessioni o nelle preghiere? Sono certo che chiunque di noi (alcuni più, altri meno) avrà avuto l’occasione di ripensare alle sue esternazioni, di rivivere le sue stravaganze, di rivedere i suoi modi solo apparentemente sgarbati ed ostili. Mi capita quasi giornalmente di farci riferimento. La quotidianità, per tutti, non è altro che il ripetersi di abitudini e comportamenti che perdurano nel tempo. Bene, alcune delle mie abitudini derivano da suoi insegnamenti, dai suoi schemi di giornata imposti nel corso di incontri, viaggi, campeggi, riunioni, iniziative sociali, corsi teologici, in tutte quelle cose, insomma, in cui aveva il carisma di coinvolgerti. Spesso mi trovo ad usare i suoi modi di dire: espressioni latine, proverbi in dialetto vignanellese, espressioni roboanti, gesti inconfondibilmente associati al suo modo di fare. E’ vero, pensava a cose grandi, più grandi di lui, delle sue possibilità economiche e temporali, sfidava l’impensabile, l’impossibile: ma ti faceva sognare, ti faceva volare alto, sopra ogni cosa: era così che riusciva a farti vedere il mondo… da un’altra dimensione! Acquistare un Albergo a San Martino di Castrozza, un blasonato Palazzo nobile, e relativa tenuta circostante, a Pescasseroli, il Convento San Bernardino di Orte, completamente da restaurare (lo definiva un vero affare: costo 2 miliardi di lire!) Ripensandoci, con la maturità acquisita nel corso degli anni, ho la sensazione che giocasse a stupire noi giovani o forse, da uomo intelligente, a farci pensare “in grande”. Don Luigi è stato un personaggio “difficile”, in alcune circostanze impossibile, ma quando voleva, ed era spesso, sapeva conquistarti, sapeva indirizzarti, sapeva consigliarti, sapeva parlarti. Sapeva parlarti di tutto: ricordo che aprivo il mio cuore, confidavo i miei sentimenti, le mie sensazioni, i miei dispiaceri e ne ricevevo consigli e conforto. La mia adolescenza, la mia gioventù, la mia vita sono state fortemente influenzate da questo sacerdote, da questo uomo innamorato dei giovani e del prossimo.
La Santa Messa del 16 novembre, concelebrata dal S.E. il Vescovo Mons. Rossi e da un numero rilevante di sacerdoti dei paesi limitrofi, è servita a testimoniare quanto l’intera Diocesi amasse e stimasse don Luigi. La musica d’organo ed il Coro parrocchiale hanno dato alla cerimonia quell’atmosfera di gioia e di calore voluti come per festeggiare un sicuro “stazionamento” in cielo. Gli occhi lucidi di anziani e giovani, di uomini e donne, di scouts e guide, di lupetti e coccinelle è servita a testimoniare l’amore che la comunità nutriva per lui. Non farò nomi, ma alcuni di questi personaggi mi hanno sorpreso, per l’atteggiamento e per l’evidente commozione. Solo alla fine emerge il vero carattere di don Luigi, lo rendono palese, con la loro simpatica dissertazione, due “capi” dei tantissimi Scouts presenti: Emilio Annesi e Marcello Bernardini. Desidero complimentarmi con loro a nome di tutti (credo!).
Per don Luigi? Un pensiero, un saluto ed un abbraccio (sicuramente a nome di tutti!).
Vignanello, li 27 novembre 2011
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