15.02.10
La diretta di una morte
di Daniele Quadraccia

Proprio ieri alle 13.30 su Raiuno il Tg ha esordito con la notizia della tragica morte di Nodar Kumaritashvili, l’atleta georgiano rimasto vittima di un incidente sugli impianti di Vancouver. Il telegiornale ci ha dapprima mostrato il volto teso del giovane ventenne prima di lanciarsi col suo slittino, poi il terribile schianto su una colonna e infine la salma coperta da un velo che entrava nell’ambulanza. Le immagini si sono successivamente spostate sulla cerimonia di apertura dei Giochi, celebrata proprio ieri, con fuochi, canti, balli e coreografie, e la voce di sottofondo criticava il fatto che questa si sia svolta in atmosfera solo parzialmente toccata dal dramma. Il servizio si è concluso con la riproposizione delle immagini della morte del ventenne, messa in contrasto con la gioia apparente della cerimonia. 

Un servizio giornalistico stupendo, talmente ben fatto da somigliare ad un cortometraggio da cinema. Peccato solo per quel ragazzo, che alla fine è morto davvero.

Era veramente necessario mostrare il filmato dello schianto? Non sarebbe bastato un semplice e dignitoso ricordo di Nodar piuttosto che un servizio strappalacrime che fa audience?

Oramai l’informazione televisiva assomiglia sempre di più a uno spettacolo, non curandosi di divulgare obiettivamente le notizie, ma cercando di accaparrarsi più ascoltatori possibili attraverso mezzi non sempre moralmente leciti. Udienze di omicidi, gialli irrisolti, servizi sui vip affollano i nostri notiziari, mentre la vera informazione viene continuamente lasciata al palo.

Ed è proprio per questo motivo che ci troviamo sbattuta là come prima notizia la diretta di una morte, mentre ci sono ancora dibattiti e critiche e sull’eticità della pillola o dei matrimoni gay o della presenza di un drogato a Sanremo. E’ una questione di moralità.

Il maestro Benigni nel suo più grande film ha scelto di morire dietro a un muro, dove non potevamo vederlo. La Rai invece ci ha mostrato un ragazzo che muore spacciandolo per informazione.

Ad maiora