17.12.08
?
di Letizia
Caro Puck,
Leggendo il tuo contributo mi sono venute in mente un paio di osservazioni che ti riporto di seguito (e non entro nel merito della questione ‘Sbattezzamento’ in quanto ci sto ancora riflettendo sù):
DUE PESI E DUE MISURE: Che Monsignor Celestino Migliore sia l’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, e che sia in grado di bocciare una dichiarazione presentata dalla Francia a nome dell’Unione europea all’Onu per la depenalizzazione universale dell’omosessualità è un fatto oggettivo (e di una cerca gravità). Non so se lo stesso potere, la stessa ingerenza e lo stesso eco vengano normalmente lasciati all’osservatore permanente dello Stato di San Marino (ammesso che esista) o anche fosse a quello della Repubblica Slovacca (cosa che
creerebbe qualche imbarazzo ma non metterebbe a rischio un progetto tanto democratico quanto necessario come l’iniziativa di depenalizzazione). Quindi, penso che sia piuttosto ingenuo considerare lo Stato Vaticano alla stregua di San
Marino… anche se mi piacerebbe immaginare che fosse cosí… perché è cosí che dovrebbe essere.
NON è IL NOSTRO STATO: dunque riflettevo, se lo Stato del Vaticano non è il nostro Stato (sospiro di sollievo), per la proprietà transitiva dell’uguaglianza il nostro Stato non è nemmeno il Suo/Loro Stato (anche se trovo un po' limitante parlare di Stati-nazione e via dicendo). Comunque, oggi mi sento impopolare e anche un po' naif e per questo mi domandavo: perché se lo Stato Italiano non puó intervenire sulle questioni interne all’organizzazione dello Stato del Vaticano (un esempio: il sacerdozio per i gay), la Chiesa, i suoi amministratori, chiamali politici se preferisci, si prendano il diritto (e di certo il gusto di dare a tutti il consiglio giusto…) di entrare a gamba tesa nelle questioni interne della già martoriata
Italietta. E quindi Bagnasco, Martini, Fisichella, Benedetto, tutti impegnatissimi a pontificare su questioni che dovrebbero avere una riflessione più laica, contestuale, empirica e lasciamelo dire democratica: il riconoscimento delle coppie di fatto, il testamento biologico, l’eutanasia, la ricerca sulle cellule staminali embrionali, semplicemente tutte quelle esigenze (e non anatemi e nemmeno tabù) insite nella complessa società odierna che la Chiesa sembra spesso disconoscere o quasi ignorare.
LA CATTIVITà AVIGNONESE: qualora si promuovesse una terapeutica cattività avignonese (che non ce ne vogliano i cittadini di Avignone, potrebbe anche essere in un’altra località europea ma anche Africana, Americana, Antartica, anche una cattività itinerante con tutti i confort ed i gadget di rito: papaline Prada,
pelliccette di ermellino, niente ICI e a chi gli tocca pure l’8X1000 e pure le guardie svizzere) per lo Stato Vaticano con baracca e burattini, riterresti tale proposta anche offensiva o di cattivo gusto? Perché secondo me insieme alla penicillina rappresenterebbe una vera conquista, se non dell’umanità, quantomeno qui da noi.
Letizia
23.12.08
Risposta al "?" di Letizia
di Puck Caro
il nostro Puzzoloso,
so che ogni volta che scrivo dico che è l’ultima riguardante il solito
tema,
ma questa volta non mi sembrava giusto
non rispondere all’intervento di Letizia (almeno lei non ha utilizzato
tutti quegli aggettivi che
Massimo ha ritenuto opportuno usare – grazie
Letizia!!!) intitolato
“?”.
Cara
Letizia,
leggendo
il tuo intervento mi rendo ulteriormente conto che il mio non è stato
affatto compreso.
Voglio
iniziare dicendo che anch’io penso che
la Chiesa
a “certi livelli” fa
troppa politica e molto poca Religione.
Inoltre
vorrei precisare, una volta per tutte, che quando ho fatto l’esempio di
San Marino, era per l’appunto un ESEMPIO.
Invece di San Marino avrei potuto nominare
la Germania
,
la Francia
, i Paesi Bassi, il Congo, o qualsiasi altra nazione sulla faccia della
terra. La cosa che volevo puntualizzare era che lo Stato del Vaticano è
un altro stato, con la sua politica ed i suoi ideali, come ogni altro
stato del mondo, e non volevo assolutamente paragonarlo con San Marino.
Quando
tu dici:
“se lo Stato del Vaticano non è
il nostro Stato (sospiro di sollievo), per la proprietà transitiva
dell’uguaglianza il nostro Stato non è nemmeno il Suo/Loro Stato (anche
se trovo un po' limitante parlare di Stati-nazione e via dicendo)…….
perché se lo Stato Italiano non puó intervenire sulle questioni
interne all’organizzazione dello Stato del Vaticano (un esempio: il
sacerdozio per i gay),
la Chiesa
, i suoi amministratori, chiamali politici se preferisci, si prendano il
diritto (e di certo il gusto di dare a tutti il consiglio giusto…) di
entrare a gamba tesa nelle questioni interne della già martoriata
Italietta”
Io
personalmente penso che questo “diritto” non se lo siano presi loro,
ma gli è stato dato (negli anni, anzi nei secoli) da chi governava e da
chi governa l’Italia, non so per quale strano gioco di potere.
Inoltre
non penso che sia come dice Massimo quando scrive:
“Siamo d’accordo che chiesa
cattolica e USA fanno quello che vogliono in Italia. Ma è proprio perché
ci sono così tanti cattolici formali in Italia che i politici sono così
condiscendenti con la chiesa cattolica! E’ solo una questione di
presunto consenso popolare”.
Il
mio disaccordo con Massimo deriva dal fatto che quando si è parlato
qualche tempo fa di matrimonio gay o quando si parlava di cellule
staminali e clonazione, non penso che i nostri politici non
abbiano voluto far niente per il “divino” intervento del Vaticano
perché esso ha già per “definizione” il consenso degli italiani.
Penso
che la sudditanza in questo
senso non esista, perché la storia (non tanto lontana) ci parla di due
decisioni prese dal popolo italiano con i referendum. Sono forse questi i
casi che possono farci capire che questo
“consenso popolare” non è
così esteso da far decidere i nostri politici a seconda delle
dichiarazioni del Vaticano.
Mi
sto riferendo al referendum del DIVORZIO e a quello dell’ABORTO, due
grandi traguardi ottenuti dal popolo italiano in barba alle dichiarazioni
e alla volontà dello Stato del Vaticano.
Per
quanto riguarda “
LA CATTIVITA
’ AVIGNONESE” cosa dire…… Penso che ormai
la Città
del Vaticano è uno Stato con il proprio territorio situato al centro
della città di Roma; penso che se “trasferito” da qualche altra parte
del mondo, molti italiani non avrebbero più un lavoro perché
“morirebbe” buona parte del turismo di Roma; certo è comunque che
penso che lo Stato Italiano dovrebbe rivedere qualche “vecchia regoletta”
che stabilisce i propri rapporti con lo Stato Pontificio.
A
questo punto però mi soggiunge una domanda: “Ma è allora il popolo italiano che si sente suddito del potere
temporale della Chiesa o sono i politici
(sudditi) italiani che vogliono farcelo credere?”
Puck
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