28.11.07
Maestri/e
di Emilio Annesi

Ho apprezzato l'articolo di Andrea, conosco le doti umane del maestro Lillo, anche se purtroppo non sono stato mai un suo alunno, in ogni caso credo che i maestri/e siano per tutti noi delle figure fondamentali, io purtroppo (o per fortuna) ho cambiato diversi insegnanti alle scuole elementari, infatti ho fatto tre anni a Vignanello, con ogni anno un insegnante diverso, e due a Vallerano.
Sulla scia di quello che ha fatto Andrea vorrei anche io rendere omaggio ai miei insegnanti di allora, (o almeno a quelli di cui ho un buon ricordo), vi allego, se il Puzzoloso avrà la bontà di pubblicarle, due foto, una con l'indimenticata maestra Floresta ed una con la maestra La Bella, da cui tra l'altro, abbiamo ricevuto un paio di anni fa, lo splendido regalo del libro dedicato a tutti i suoi alunni.
Infine vi mando qualche riga scritta una decina di anni fa sul maestro Gradini, maestro di quarta e quinta che ho frequentato a Vallerano, ed a questo proposito vorrei anche lanciare un appello ai miei compagni di classe di allora, non riesco più a trovare le foto di classe con il maestro, se qualcuno le avesse, sarei grato se me la inviasse al mio indirizzo e-mail emilio.annesi@alice.it .
Ciao a tutti Emilio

Il vecchio Maestro

Non so se il vecchio maestro, abbia mai portato a termine, tra le tante cose che ha scritto, quel suo progetto letterario.
Amava profondamente i bambini, e noi alunni eravamo talmente importanti per lui, che ci faceva partecipi di tutto, anche di quelle cose che normalmente si confidano soltanto tra grandi.
Lui aveva quella rara saggezza che gli faceva considerare i discorsi dei bambini per il loro vero valore, riusciva a colloquiare con noi di qualsiasi argomento, senza che ci sentissimo inferiori.
Solo chi riesce ad entrare in sintonia con la fantasia di un bambino riesce a dar libero sfogo ai propri sogni, quelli più profondi, che non si lasciano certa intaccare dal tempo che passa.
Ci diceva di quel suo romanzo che doveva scrivere, dove un bambino, e non poteva essere altrimenti, era l’unica persona con il volto scoperto in un mondo d’incappucciati, e non riusciva a darsi una ragione della scelta degli altri, non riusciva a capire, forte della sua innocenza e voglia di vivere, del perché gli altri preferivano annullarsi, incappucciarsi con i loro comportamenti quotidiani, sempre uguali, senza slanci, senza sorrisi.
Quel bambino per tutta la durata del romanzo, cercava inutilmente di aprire gli occhi alla gente, di sfilargli quei cappucci così radicati e per questo così pesanti da togliere.
Alla fine però talmente scoraggiato dal mondo dei grandi, s’infilava anche lui quel cappuccio che rendeva uguale a gli altri, in quella rassegnata tranquillità, che solo la quotidiana insoddisfazione poteva darci, finendo di fatto, anche lui di sognare.
Il mio vecchio maestro che amava i bambini, ma che nella sua lunga esistenza aveva imparato a conoscere anche i grandi, forse si era rassegnato, io alunno di allora e adulto (almeno da un punto di vista anagrafico), ero e sono ancora sicuro che in cuor suo era convinto del contrario, solo i bambini potranno salvarci !!!