06.01.08
La Befana a Vignanello
di Emilio Annesi

Ammetto di diventare vecchio, non ho più la fantasia di qualche anno fà e quindi ammetto pubblicamente che per il testo qui sotto riportato, ho riciclato la mail inviata nel 2003, ma non credo che nessuno di voi ne abbia memoria.
Buona befana a tutti (ma sopratutto a tutte !!!) Emilio
(Segue testo mail del 06.01.2003)

Uscendo di casa questa mattina, non ho trovato neanche un bambino per strada, pensare che quando io ero piccolo, (forse non mi rendo conto del tempo che passa, ma credo di parlare di circa trent'anni fa) non appena finita la cerimonia (per cosi dire) della ricerca dei regali, si correva sotto casa per far vedere agli altri bambini cosa la Befana ci avesse portato, penso che oggi forse, sarebbe improbabile per i bambini portare indosso tutti quei regali ipertecnologici che gli lascia la Befana, per noi era molto più semplice, le bambine stringevano a se le bambole, e noi maschietti, indossavamo i cinturoni con le pistole, la stella da sceriffo, e per i più fortunati anche il cappello a falde dei Cow Boys, e andavamo alla caccia d'improbabili "pellirossa dei Cimini", e non rendendoci conto della contraddizione, andavamo anche a Messa, con le pistole, e qualche impavido, da gli ultimi banchi, esplodeva qualche colpo a salve, durante l'omelia (allora come adesso) interminabile di Don Luigi.
 
Penso che la notte che precedeva la festa dell' Epifania, sia stata per me come per tutti voi, (a prescindere in quale epoca l'abbiate vissuta), qualcosa di magico ed indescrivibile, ed il correre appena svegli, nella stanza dove passava la Befana, sicuramente uno dei momenti più attesi di tutto l'anno, le Befane della mia epoca, forse avevano un budget di spesa inferiore a quelle di oggi, ma sicuramente avevano più pazienza e fantasia, e riuscivano a creare con quelle poche risorse che avevano a disposizione una vera e propria scenografia di colori e di odori, che appariva a gli occhi di noi piccoli il massimo che uno potesse ricevere, non eravamo, all'epoca bombardati dalle pubblicità che ci dicevano quali fossero i regali che andavano di moda quell'anno, ed anche un trenino con due vagoni, o un robot di latta con le luci che gli si accendevano in testa, andava più che bene, i pochi giocattoli erano sommersi da mandarini, dolcetti e caramelle, e con una tradizione tipica del mio paese, spesso erano appesi all' "albero della befana", che non aveva nulla a che vedere con quello di Natale, ma era fatto di solito con un grosso ramo di Alloro, (pianta sempre verde delle mie parti, da noi non ci sono certamente gli abeti), che lasciato spoglio la sera del cinque, la Befana provvedeva a riempire al suo passaggio, con quei pochi giochi di cui dicevo, e con i tanti (e più economici) dolci, mandarini e caramelle, che poi venivano consumati durante il pranzo, servito in quel giorno di festa, con la tovaglia della Domenica, ed i piatti del "servizio buono".