07.05.08
La rappresaglia del 7 giugno '44
de il Babbaleo

Caro Puzzoloso,
qualche tempo fa trovai sul sito del Comune una memoria dell'abate Bracci, scovata chissà come da quel briccone di Vincenzo, nella quale tra l'altro si parlava della rappresaglia del 7 giugno del 1944. A seguito della ristrutturazione del sito del Comune la pagina al momento non è più raggiungibile. La rappresaglia è stato un episodio che mi ha sempre incuriosito, sia per le diverse vulgate che ai tempi mi capitava di ascoltare a seconda della collocazione politica dell'affabulatore, sia perchè mi sembra sia avvenuta, già da tempo, una sorta di rimozione dell'evento.
Infatti non mi risultano "giornate della memoria" o pubblicazioni o una via dedicata alle Vittime della rappresaglia (o più genericamente alle Vittime civili di guerra). Gli unici momenti celebrativi sono le pure e semplici deposizioni di corone alla memoria sulla lapide all'ingresso del Comune nelle feste comandate: gli anniversari dell'eccidio passano sotto silenzio.
La mia vulgata familiare ricorda un po' quella dell'abate Bracci. Lo scenario era quello della ritirata tedesca del 1944, dopo quella strana occupazione dell'Italia dell'estate del 1943, anno cruciale da qualunque lato lo si consideri nella nostra contraddittoria storia nazionale.
L'occupazione tedesca a Vignanello si era svolta senza fatti di rilevanza, a parte il controllo arcigno svolto dal comandante della piazza, che rispondeva al nome di Tizzerbach o qualcosa di simile, ed aveva l'ufficio del comando presso l'edificio scolastico. Come nota di costume, l'albero di Natale sarebbe stato visto a Vignanello per la prima volta proprio durante l'occupazione tedesca. La ritirata si svolse durante due giorni e due notti con il paese completamente deserto: i vignanellesi si erano rifugiati nelle cantine.
La rappresaglia sarebbe stata originata dall'uccisione di alcuni militari tedeschi di stanza a Vignanello nel corso di un attacco partigiano sulla cui opportunità qualcuno si sarebbe espresso con il noto proverbio "al nemico che fugge ponti d'oro". Inizialmente sembra che i tedeschi avessero voluto distruggere il paese, e che poi, a seguito dell'intervento dell'abate, avessero optato per la rappresaglia. Questo punto della mia vulgata non compare, se ricordo bene, nelle memorie dell'abate, per cui potrebbe non essere vero, altrimenti credo sarebbe stato citato dall'abate stesso. In quel contesto, a seguito di un presunto colpo di fucile sparato dal campanile della Collegiata, i tedeschi spararono colpi di cannone (così dice le mia vulgata) verso il campanile abbattendo le vecchie campane che furono così distrutte. Un luogo delle esecuzioni fu la chiesa di Centignano: mi vengono in mente segni sulle pareti interne della chiesa che mi si diceva erano stati lasciati dai proiettili.
Ricercando in Internet ho trovato i seguenti riferimenti alla rappresaglia di Vignanello:

http://www.romacivica.net/ANPIROMA/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz10.html
6 - Vignanello - Il gruppo partigiano Carosi attacca reparti tedeschi e libera prigionieri alleati. 
6-7 -Vignanello - Nel corso della notte un nucleo della banda partigiana ‘Filippo dorme’, dopo aver assaltato la caserma dei carabinieri per impadronirsi delle armi, attacca il comando tedesco di Casale Nesbit presso l’aeroporto di Piedilupo disarmando e mettendo in fuga i militari. 
7-8 - Vignanello - I tedeschi tornano in forze nel paese aggredendo con armi automatiche e bombe a mano le abitazioni, catturando e uccidendo 
alcuni cittadini: 42 i morti e 10 i feriti.

http://www.tusciaromana.info/c_vdv_diario.htm
6-7 Vignanello - Gruppi partigiani attaccano il Comando Tedesco di Casale Nesbit, presso l’aeroporto di Piedilupo, e reparti tedeschi, liberando prigionieri alleati.
7-8 I Tedeschi, tornati in forze, attaccano il paese e uccidono molti cittadini – 42 i morti e 10 i feriti

http://www.novecentoitaliano.it/Portale/contesto_Sintesi.aspx?id=1608&periodo=1675
il 6 giugno a Vignanello vengono liberati 300 prigionieri alleati, con la conseguente durissima rappresaglia tedesca che provoca la morte di 42 civili.

Rispetto alla mia vulgata, nei link che ho citato trovo riferimenti al gruppo partigiano "Carosi", alla banda partigiana "Filippo dorme", all'attacco al Casale Nesbit ed alla liberazione di 300 prigionieri alleati, cose delle quali non ero a conoscenza.

Al di là delle interpretazioni, revisioniste o meno, che possono farsi dell'accaduto riprendendo quanto dicevo all'inizio credo che non sarebbe male, approfittando tra l'altro del fervore edilizio che sta caratterizzando Vignanello ad emulazione dei fasti dei Re di Roma recentemente celebrati a Report di RaiTre, almeno intitolare una via alle sfortunate Vittime della rappresaglia. 
Vorrei anche proporre la realizzazione di una pubblicazione su quel triste evento, con testimonianze, finché siamo in tempo, di chi se lo ricorda perchè non se ne perda del tutto la memoria.

Grazie dell'ospitalità
 

09.05.08
Vittime da ricordare

Caro Babbaleo,
sono io a ringraziarti per aver inviato questo più che legittimo "richiamo alla memoria". Qualche tempo fa c'era stato uno scambio di e-mail (mi pare con Emilio ed altri) proprio in proposito di quella famosa quanto triste rappresaglia. Io ne so qualcosa dalla memoria di mio padre, che seppure all'epoca dei fatti non aveva ancora compiuto cinque anni, ricorda bene molti particolari su quello che accadde a lui, a mio nonno e alle donne rifugiate, come tu hai ricordato, nelle cantine.
Mentre mi avvio a chiedere a Lillo di provare a buttar giù due righe in proposito, spero che questo tuo scritto spinga anche altri a raccontare la loro vulgata o a cercare informazioni da chi ancora ricorda quei giorni. Nel frattempo, ti allego la memoria dell'abate Bracci.

A presto, Vincenzo