22.01.08 Buongiorno redazione, Ne nasce una polemica alimentata dai media con la conclusione che il Papa rinuncia ad andare. Si inizia a dire che è stato impedito al Papa il diritto di parlare e questa è una grande fesseria: il Papa ha rinunciato perchè, forse, temeva le contestazioni degli studenti, tra l'altro esterne all'aula in cui si sarebbe tenuto il suo discorso, non perchè il Rettore ha ritirato l'invito. Temeva, forse che quelle immagini avrebbero fatto il giro del mondo. Può anche essere che qualcuno della Curia vaticana abbia pensato di far passare il Papa per un moderno martire dello Stato laico. Tutto può essere, ma non che qualcuno abbia tappato la bocca al Pontefice. La democrazia prevede che tutti abbiamo il diritto di esprimere le proprie opinioni
all'interno di regole ben precise: ce l'ha il Papa e ce l'hanno coloro che contestano
il Papa. Se passa il principio che qualcuno non possa essere contestato, sarebbe la
fine della democrazia e l'inizio di un incubo. Inoltre, uno stato laico è un bene per
tutte le religioni, perchè deve pretendere che ognuno possa professare liberamente la
propria fede. I ministri delle varie fedi devono, però, indicare i precetti della loro Se il Papa è contro il divorzio dovrebbe dire che i cattolici apostolici romani non devono ricorrere a questa pratica, ma non può pretendere che questa sua posizione diventi legge di uno Stato. Questo è "il principio" basilare per una convivenza di fedi, di agnostici, di atei e di confusi. Se viene meno questo principio ci mangiamo cinque secoli di storia del mondo occidentale, si ritornerebbe alle guerre tra le religioni e tra il Papato e l'Impero. Ne abbiamo proprio bisogno? Il mio personale pensiero sulla vicenda è che non avrei contestato la visita, anzi, anche per i professori contestatori sarebbe stata l'occasione per ribadire, davanti al Papa in persona, le loro convinzioni sul rapporto tra scienza e fede. Romano Salvatori |