15.12.09
VE LO RACCONTO IO… PIETRO STEFANI!!
di Tommaso Marini

Nel numero di Novembre 2009 del periodico “VIGNANELLO in…forma” ho letto con piacere l’intervista fatta ad un simpaticissimo personaggio: Piero STEFANI (…Pietro, per l’anagrafe!). Pensando di far conoscere Pierino (questo è il modo in cui tutti lo chiamano in Paese) attraverso un “escursus” così breve, è come voler celebrare Michelangelo Buonarroti dicendo che nacque a Caprese Michelangelo (AR) il 6 Marzo (…anche Lui!) del 1475 e che morì a Roma il 18 Febbraio del 1564.
Nei due casi, quanto detto risulta estremamente limitativo!
Ho inteso, pertanto, il dovere di rimediare ad una intervista contenuta, certamente per motivi di spazio tipografico, e rendere “giustizia” alla persona e “conoscenza” (ai posteri, come avrebbe detto il Manzoni) della sua, fin qui, avventurosa esistenza. 

Lo faccio come potrebbe farlo un amico fraterno, un sincero e disinteressato ammiratore.
Lo faccio perché, pensandoci bene, credo di conoscere Pierino da sempre!

Fu amico e compagno di scuola di mio fratello Romolo, frequentò la mia casa paterna fino dal 1954, ed io,amico e quasi coetaneo della sorella Maria Maddalena, frequentai casa Stefani fin dagli inizi degli anni ’60.
Da adolescente fui testimone di una infinità di sue curiose “bravate”.
Da persona matura ho avuto il piacere di collaborare alla realizzazione di varie manifestazioni, culturali e di spettacolo, da lui organizzate tra il 1987 ed il 2000.
Dal 1989 al 1999 sono stato frequentatore assiduo di una sua prestigiosa “creatura”: la “Les Freres Queteurs srl”; fui, ancora, suo compagno di “viaggi” e di “merende”, nonché amico di famiglia, fino al 2004. 
Dal 2004 interessi diversi ci hanno allontanati ma la stima reciproca e l’amicizia sono rimaste inalterate.

Credo in ogni modo che, mezzo secolo, risulti un periodo sufficientemente lungo per conoscere il carattere, le inclinazioni, il carisma, l’allegria, l’intelligenza ed il piacere di vivere di una qualsiasi persona, sufficiente a conoscerne, come diciamo noi vignanellesi, il “naturale”.

Era un insuperabile trascinatore: qualunque cosa ideata da Piero, anche la più banale, era motivo di allegria, di spensieratezza, di piacere.
Il suo abituale chiamare tutti per “cognome”, l’attribuzione di titoli nobiliari impossibili (in Spagna, durante una cena in casa di amici, presentò mia moglie come “la contessa di Piasole”), le affermazioni di comicità assurda, riferita a persone con cui stava colloquiando, il suo “a’ capito parè…?” (nel senso affettivo di “parente”), vengono tuttora abusate da molti.

Aveva, e credo abbia ancora, un solo grande timore: quello d’invecchiare.
Negli anni, in cui ci si frequentava più assiduamente, lo apostrofavo dicendogli: “Sei di orecchio lungo!”, riferendomi alla credenza popolare secondo cui un “orecchio lungo” era sinonimo di “lunga vita”. Lui mi guardava, accennava ad un sorriso sornione e poi… mi lanciava un “vaffa…”.
(Mi piacerebbe poter parteciparvi quella immagine e quel sorriso espressivo!).

I suoi primi 70 anni, che festeggerà ai primi del prossimo mese di Marzo, sono il racconto di una gustosissima favola, una favola in cui si alternano situazioni tragiche e comiche, allarmanti e piacevoli, impensabili e curiose. Un amico comune mi chiese, una volta, cosa pensassi del suo impetuoso e sregolato stile di vita; risposi che era la vita che tutti avremmo voluto condurre se, solo, avessimo avuto il “coraggio” di viverla.
Pietro (come suo nonno) Stefani, di Luigi e Ida Tabacchini, nasce a Vignanello il 04.03.1940 (stesso giorno e mese della Regina Bianca di Castiglia, del compositore Antonio Vivaldi, del fisico Luigi Pacinotti, del politico spagnolo Luis Carrero Blanco, del cavallerizzo Piero D’Inzeo, dei piloti Nino Vaccarella e Jim Clark, dell’attore Corrado Pani, del cantante Lucio Dalla e del chitarrista Juan Carlos Biondini; attività tutte da lui svolte, esclusa quella di “regnante”).

Suoi precettori sono il maestro Sabatino Valeri (fervente sostenitore delle pene corporali annesse all’insegnamento) alle elementari ed il Prof. Agostino (Ino) Grattarola alle Medie. Memorabili restano le interrogazioni di storia, nelle quali l’errore di datazione di un evento era motivo di giustificazioni impossibili da parte dell’alunno Pierino che, vantando ricerche approfondite, sosteneva errate le date riportate nei Testi. 

E’ opportuno soffermarci, per un istante, al 27 Maggio 1954: cade di Domenica, la scuola è quasi terminata e sono prossimi gli esami di Licenza Media.
E’ una calda domenica di fine primavera, è il giorno in cui si impartisce la Santa Comunione ai nati del 1945, è una domenica di felicità e… di tragedia.
E’ in programma un incontro di calcio a Gallese: A. S. Gallesana – G.S. Vignanello.
Alle 14,30 su una Jeep scoperta, salgono 16 ragazzi (13 calciatori e 3 tifosi), seguiti da una moto con un altro giocatore ed un altro tifoso. Insieme partono per Gallese.
La strada che collega i due paesi è sterrata e fiancheggiata da alti cumuli di ghiaia a grandi ciottoli. L’equilibrio degli occupanti la Jeep è precario, la tenuta di strada del veicolo ridotta.
Nei pressi di una località denominata Pontone delle Monache, la moto supera l’autoveicolo che, forse per cedere strada, si sposta bruscamente a destra. Enrico Salvatori, alla guida, perde il controllo del mezzo che sale, con le ruote di destra, su di un cumulo di ghiaia e si capovolge. Alberto Marini (14 anni, tifoso del Vignanello, alla sua prima ed ultima trasferta) muore schiacciato dall’autoveicolo capovolto. Piero Stefani riporta un serio trauma cranico ed una commozione celebrale: rimarrà in coma per 3 mesi e, fino all’ultimo, si temerà la morte. Del resto dei trasportati 6 riportano fratture varie e multiple, 8 escoriazioni più o meno gravi. Per 11 di loro viene disposto il ricovero ospedaliero a Vignanello (Ospedale Ruspoli) ed a Civita Castellana.

Al termine della lunga convalescenza e conseguente riabilitazione, Piero frequenta, al “B. Brin” di Terni, il biennio dell’I.T.I.S., alloggiando presso il Convitto dei Padri Salesiani che, se ben ricordo, a causa del suo comportamento, poco confacente all’ambiente religioso, non rinnovarono l’ospitalità. Si trasferisce a Fermo (AP) e consegue il Diploma di Perito in Chimica Industriale all’I.T.I.S. “Montani”: il miglior Istituto Tecnico Industriale Statale esistente, in quei tempi, in Italia (è suo amico e compagno di Studi Augusto Petti, vignanellese, trasferitosi da lungo tempo a Milano).
Il 14 Ottobre 1961 festeggia il suo Diploma e quello di pochi altri studenti indigeni, ideando la 1^ Festa degli Studenti: si chiamava “DIPLOMI AL… BAGNO” e si svolgeva nei locali del Cinema Cimino in Vignanello; festeggiavano con lui: Piccioni Franco, Marini Sandro, Antonozzi Anna, Romoli Rossana, Bracci Gabriella e Stefani Margherita. Fu, all’epoca, una festa sontuosa ed io vi partecipai da invitato (sono ancora in possesso dell’invito originale!)

Nel 1962 presta servizio militare a Bracciano (RM). Andammo a trovarlo una domenica: mio fratello Romolo, l’allora fidanzata Gabriella, la sorella di Gabriella, Antonietta, ed io. 
Era stato “consegnato”. Lo trovammo in branda che suonava la chitarra: suonava e cantava!
Dal 1962 al 1964 viene assunto dalla ICAR, Industria farmaceutica: troppo impegno e poco tempo a disposizione per le sue passioni: l’automobilismo e, poi, l’imprenditoria.
Nel 1964 inizia il suo percorso da insegnante di scuola media, insegna Applicazioni Tecniche e gestisce, con un suo collega (Zefferino Fagioni), un Laboratorio di confezioni per biancheria intima, la “SIRA snc”, che opera in Vasanello dal 1969 al 1973.
E’ di quel periodo un curiosissimo fatto di cui ancora si parla a Civita Castellana: il finto Processo organizzato dall’Avv. Augusto Fantera (uomo di spirito, stimato professionista ed insegnante, venuto a mancare, prematuramente, lo scorso anno) presso il Tribunale di Civita Castellana. 

Nella Causa che la “SIRA snc” aveva avviato per il mancato pagamento di una fornitura di confezioni, la stessa “SIRA snc” si trasformò, con la dialettica legale del stesso Avv. Fantera, da accusatrice ad accusata. Si celebrò il finto Processo ed i due Amm.ri, Stefani e Fagioni (come continuava a nomarli il loro difensore l’Avv. Fantera) vennero condannati, per Truffa ed Oltraggio alla Corte, alla pena detentiva di anni 5, senza il beneficio della condizionale, ed alla perpetua interdizione dai pubblici uffici (l’Avv. Fantera, difensore della “SIRA snc”, dopo lunga requisitoria aveva ammesso e si era appellato alla “clemenza della Corte” ).
Pierino sbiancò in viso, Zefferino svenne sul banco degli imputati.
La fragorosa risata, che seguì, del numeroso pubblico presente, dei Giudici, del Cancelliere, degli Avvocati e delle Forze dell’Ordine, svelò finalmente l’arcano e tutto si concluse per l’ora di pranzo da... “Mignolò”.

Era il periodo delle memorabili partite al biliardo nel bar di Checco Rocchietto: Piero preferiva la “boccetta” e concedeva all’avversario 20 punti di vantaggio riservandosi, però, il primo “acchitto”: la partita finiva a 24 punti (per la verità, vinceva raramente!)
Era il periodo dei suoi estenuanti scontri, sempre “a boccetta”, con il Prof. Guido Graziani, romano, villeggiante e cultore di tale disciplina e che attribuiva alla fortuna la frequente vincita dell’avversario Pierino. 

Era quello anche il periodo della partecipazione alla “Coppa del Cimino” , corsa automobilistica in salita con partenza da Viterbo ed arrivo a Poggio Nibbio (un percorso di Km. 12,800). Alla competizione partecipavano molti piloti di levatura nazionale. Massimo Natili ne era il veterano. 
Piero possedeva una Fiat 500, elaborata Magrini, da 175 Km/h in Quarta marcia a 6.800 giri/min.: UN MOSTRO !!! (l’esclamazione di Magrini, a lavori finiti, fu molto breve: “Ricordati che hai una bomba sotto il culo !”)
L’abitacolo dell’auto era completamente spoglio: solo il sedile del pilota, cambio, contagiri, volante, frizione, freno ed acceleratore, il tutto per ridurre i pesi ed acquistare velocità.

Era anche il periodo delle competizioni automobilistiche paesane.
Molti giovani motorizzati del luogo sfidavano Piero alla corsa con le auto. 
Si correva dalla Fontana delle Para alla Chiesa di San Sebastiano: al via, lo sfidante partiva subito mentre Piero, ancora fuori dell’abitacolo, saliva in macchina, metteva in moto e partiva a sua volta: dopo la curva del mattatoio, il sorpasso e la vittoria !
Vennero proposte molte varianti alla “tenzone”, in una delle quali Piero fingeva di far pipì: al via , lo sfidante partiva subito mentre Piero doveva ricomporsi, salire in macchina, mettere in moto e partire a sua volta: alla fine del tratto in salita di Via della Mola (ex Distributore Agip), ancora il sorpasso e la vittoria !

Apoteosi di pubblico (del quale, giovanissimo, facevo parte), scommesse, liti, brindisi e baldoria fino alle… ore piccole !
Le auto sono sempre state la sua passione, non solo per le competizioni ma anche per il diporto: ricordo, tra le tante, una MG cabriolet, una Citroen Maserati, una Maserati perfetta, ma della quale non riuscì mai a far funzionare l’orologio!

Il 10 Gennaio 1968, variando luogo e data (Assisi 28 Dicembre 1967), sposa in Roma Gabriella Coaccioli (Lella, per gli amici!): il vero amore delle sua vita.
Nel 1979 nasce Maria Chiara che avrà un padrino di battesimo speciale: Alessandro Galeazzo Francesco Maria Ruspoli meglio conosciuto come Dado Ruspoli il quale le imporrà un terzo nome originale ed appropriato: Leggenda, in quanto nata dopo 11 anni di matrimonio!

Nel 1974 (ceduta, nel frattempo, la “SIRA” snc) il nostro eroe si occupa, a tempo pieno, di antiquariato. Lo fa ricercando mobili in disuso, dipinti ed oggettistica dimessa, libri e tappeti, specchiere e statuine: tutto ciò, insomma, di cui i proprietari non conoscevano il valore artistico e vendevano per pochi spiccioli. Percorse l’Italia in lungo ed in largo, ebbe modo di acquistare e rivendere oggetti di gran valore accontentandosi di discreto guadagno. Alcuni oggetti, posseduti oggi, avrebbero avuto quotazioni incredibili. Era, come lui spesso dice, il tempo in cui poche persone s’intendevano di antiquariato.

Successivamente, avendo necessità di legalizzare tale attività, fondò, con altre persone, “Le Brocanteur”, realtà della quale ho sempre inteso parlare, ma della quale non conosco affatto la storia, ricordo solo che nel corso delle sue lezioni scolastiche coinvolgeva l’intera scolaresca nelle operazioni di carico e scarico di mobili ed oggetti antichi e qualche suo alunno si appassionò di antiquariato.

Nel 1986 arriva il momento della sua pensione da insegnante: il festeggiamento dell’evento ebbe luogo al Castello Ruspoli.
Al ricevimento, iniziato nel tardo pomeriggio, fece seguito una copiosa cena, particolarmente apprezzata da qualche centinaio di commensali e che si concluse con i fuochi artificiali delle ore 24,00. A Piazza della Repubblica ci fu un continuo ed intenso brulicare di curiosi! 

Finalmente libero dagli impegni scolastici, impegni che, per la verità, non lo avevano mai vincolato nelle sue scelte di lavoro e di vita, fonda un’altra Società: Les Freres Queteurs srl, formata da due soci (Piero Stefani e Claudio Borghesi) e due bravissime dipendenti (Paola Borghesi e Laura Grattarola). 

La Società importava principalmente mobili ed oggettistica dalla Spagna (maggiormente dalla Catalunia) ma con il passare del tempo e con la continua crescita dell’azienda, le importazioni riguardarono Francia, Inghilterra, Austria, Slovenia, Albania, Turchia e persino India.

Nel 1992 la Les Freres Queteurs srl era la maggiore società italiana di importazione dalla Spagna: venivano importati n. 2 TIR al mese contenenti, ciascuno, dai 300 ai 350 pezzi (circa 8.000 pezzi all’anno per 15 anni: 120.000 pezzi importanti esclusa oggettistica. Fu depredata la Catalunia!!!).
Lo accompagnai varie volte in Spagna. Per motivi di valuta, si andava in 4 o in 5 persone, partenza in Lancia Thema alle ore 04,00 ed arrivo a Peratallata (1.100 Km) alle ore 14,00: l’ora del pranzo !
In 4 - 5 giorni si percorrevano altri 1.500/2.000 Km. e si operavano acquisti sufficienti al riempimento dei TIR da importare. Si lavorava sodo e l’unico svago era una serata al Casinò.
Il punto di raccolta della merce era gestito da un personaggio unico (lo definirei quasi un “Pierino spagnolo” !) Francisco Sague y Sabadel: senza di lui Les Freres Queteurs non sarebbe mai riuscita a mantenere quel forsennato ritmo di lavoro !

Durante i viaggi di lavoro in Spagna ebbi anche modo di conoscere meglio ed ammirare le capacità commerciali ed organizzative del nostro caro Piero.
Stimato ed apprezzato riceveva, ed io con lui, inviti nelle abitazioni di persone importanti: 

- don Jaime Costa, il maggior antiquario spagnolo, figura imponente e gentilissima. (Una sera Piero si mostrò interessato a n. 6 importanti sottopiedi a panchetta e, alla richiesta del prezzo, la risposta, quasi di sufficienza, fu: “ Nada, tres miliones de pesetas !” Oltre Trenta milioni di Lire !).
- l’Architetto Mercedes Maragall, responsabile dei Lavori di preparazione dei Giuochi Olimpici tenutisi in Spagna, che era legato a lui da profonda e sincera amicizia.
- il miglior avvocato di Madrid, conosciuto per caso a Monels (paesino allo stato medioevale, chiuso da una cinta muraria perfetta ), che dopo l’invito a cena non finiva più di ringraziarlo per la compagnia e per la grande simpatia, chiedendo di contattarlo per qualsiasi esigenza legale.

Non mancava inoltre l’amicizia e l’affetto di personaggi stravaganti: 

- ricordo la serata passata in compagnia di uno degli ultimi costruttori di Organi da chiesa, di origini svizzere, il quale ci informò sul costo di un tale strumento: 100.000.000 di pesetas per un lavoro che sarebbe durato di 12 mesi (£. 1.100.000.000) .
- ricordo Joseph de La Brucarda che possedeva una splendida collezione di antichità, conservata in una camera blindatissima a cui avevano accesso solo pochi intimi, dal valore inestimabile.
- ricordo Jacinto Garcia Mass il quale aveva costruito personalmente un Castello, opera durata 30 anni e presentata anche alla televisione italiana.
- ricordo Lluis Penafort proprietario di una delle più grandi collezioni di auto storiche provenienti da tutto il mondo e frequentemente usate per motivi pubblicitari e cinematografici. 
- ricordo i fratelli Marsol di Calahora da cui venivano acquistati orci in terracotta giganteschi: riuscivamo a trasportarne appena quattro per ogni TIR.

Non posso inoltre non parlare di altre curiose circostanze che rendevano piacevole l’impegnativo soggiorno spagnolo e delle quali fui piacevole spettatore e testimone:

- il Museo di Tarragona, acquistato all’Asta, che tra le infinite e preziose categorie di oggetti antichi, aveva un vagone ferroviario !
- la strepitosa vincita al Casinò di Perelada: il numero era il 20 NERO puntato: singolo, in quattro “cavalli”, in terzina, in due sestine, in dozzina ed in colore. La vincita fu strepitosa (non cito l’ammontare, dirò solo che fu di svariati milioni di lire !! ), il Croupier accusò il colpo stringendo gli occhi, come se fosse stato colpito da un pugno allo stomaco!
- la cena al Ristorante “El Tinares” (in compagnia di figlie e rispettive consorti) con 15 portate di pesce, intervallate, ogni 5 portate, da conchette con acqua limonata per la pulizia delle mani, che le figlie assonnatissime scambiarono per limonata !
- una Zuppa di Pesce preparata da Piero, alla “Baracca” di Fracisco in occasione del compleanno di quest’ultimo: gli invitati non finivano mai di intervenire, ma nessuno rimase senza cena.
- le magistrali esibizioni di Piero quando, incitato dal pubblico, si scatenava in un acrobatico Rock and Roll ritmato da applausi interminabili.
- la corsa automobilistica intentata con una Ferrari (noi viaggiavamo in Lancia Thema) nel tratto autostradale Cannes – Nizza (30 Km): la perizia di guida di Piero ed il traffico elevato ci permise di tenere testa alla Ferrari che, in un tratto di strada rettilineo e poco affollato, ci sorpassò complimentandosi, con un cenno della testa, della performance fornita. 

La “Les Freres Queteurs” mi diede, poi, l’occasione di conoscere la sua instancabile originalità organizzativa: 

- appuntamento annuale con il Cenone di Fine Anno, organizzato nei locali della sede sociale. La Tombola (Cinquina da £. 200.000 e Tombola da £. 600.000) chiudeva una interminabile cena e precedeva, alle 24,00, il lancio di razzi esplosivi ed i fuochi artificiali costati un patrimonio.
A seguire i giochi più “ghiotti”: Roulette, Black & Jack, Chemin de Ferre, Zecchinetta, Tombola francese… fino alla totale rovina (come recitava l’invito!)
- in occasione delle Feste Padronali del 1988 (per le quali il nostro personaggio ricopriva la carica di Presidente) organizzò una memorabile Tombola Cantata con l’estrazione dei numeri illustrati in rima (valido fu l’aiuto fornito, per l’occasione, dal compianto Licinio Valeri) ed intermezzata dalle sue performances canore: “Il Maiale” (interpretazione plurilingua) e “Guarda che Luna” (arrangiamento personale del famoso brano musicale interpretato da Fred Buscaglione). Il pubblico presente andò in delirio!!
- per la trasmissione televisiva “Uno Mattina”, condotto da Annalisa Manduca, ideò la comicissima “presentazione farsa” del “Pallozzo Campagnolo” dalle sconvolgenti virtù afrodisiache. Il principe Dado Ruspoli concludeva la scena affermando: “ Io sono il Pallozzo !”
- nel 1994 curò, nel viterbese, la campagna elettorale per il giornalista Claudio Angelini, suo grande amico ed assiduo frequentatore, insieme alla moglie, degli “scarichi” dalla Spagna .
- in occasione dell’Estate vignanellese, per due anni consecutivi (1999 e 2000), fu il regista dello spettacolo “Acconciatura e Moda”, realizzato in Piazza della Repubblica.

Durante il periodo di importazione dalla Spagna, si fondarono altre Società. Il Centre Catala D’antiquitats in Spagna, L’Agorà che si occupava di importazione dall’Indonesia, l’Akropolis che avrebbe dovuto realizzare un Centro Commerciale per l’Antiquariato a Gallese, nell’ex area industriale Cellublock, acquistata allo scopo. Purtroppo, causa problemi legali intentati dai confinanti, non fu possibile tale realizzazione.
A proposito dell’Agorà, è doveroso ricordare la Festa indonesiana, svoltasi nel giardino comunale, a cui parteciparono, oltre all’Ambasciatore Indonesiano (personale amico di Piero), illustri personalità dello sport, dello spettacolo, della politica e l’intera popolazione vignanellese.

Poi, nel 1999 vi fu un calo impressionante nelle vendite (effetto del post Tangentopoli) abbinato ad un difficoltoso reperimento di merce (la Catalunia era stata, praticamente, prosciugata!).
Les Freres Queteurs decise di tirare i “remi in barca” e cessare l’attività.

Quando nacque “Eurantico Casa d’Aste”, si concluse la mia assidua frequentazione e, pertanto, venne anche meno l’incontro quasi quotidiano con l’amico e con l’uomo.

Credo di aver detto quasi tutto di quel che conosco: qualcosa ho voluto ometterla per non cadere nel banale, qualche altra l’ho trascurata per riservatezza. Di quasi tutte, a partire dal 1964, sono stato fattivo testimone ed ora fedele biografo. 
Precisazione, questa ultima, che si rende in quanto comunque…

( e qui voglio, con piacere, ricordare una arguta e ricorrente esternazione filosofica di certo Pacelli Menotti (1922 – 2008), valleranese, che all’uso dell’avverbio “comunque” da parte di chicchessia, seguitava con una curiosa locuzione che riporto fedelmente ): 

“…comunque si abbia a credere, le cose si ricordano meglio fandole che dindole”.

Grazie per l’attenzione ed un cordiale saluto a tutti coloro che hanno avuto la bontà di leggermi fin qui.

Vignanello, li 15 Dicembre 2009

Tommaso Marini