25.06.09
La rappresaglia del 7 giugno '44
di Luigi Bernardini

Sono un Vignanellese che per lavoro vive durante la settimana fuori da Vignanello, visito il sito il puzzoloso periodicamente per vedere come va. A proposito della rappresaglia avvenuta nel 1944 a Vignanello durante la ritirata delle truppe tedesche, Vi segnalo che sull'argomento è stato scritto un libro che per chi è interessato allego alcune informazioni, senza naturalmente voler fare pubblicità. 

POI VENNERO FESTE
di Bruno Cascianelli

Prezzo di vendita € 9,90 
Libro NARRATIVA 192 pagine
Copertina Morbida - Formato 15x23 - bianco e nero


Al centro di questo romanzo c'è la rappresaglia operata a Vignanello dai tedeschi in ritirata nel giugno dell'anno 1944. Come siano andati i fatti è storicamente incerto, nel senso che su tale evento non esiste documentazione scritta ufficiale. Tutto è basato sul "si dice", perchè tutti quelli che furono presenti in quella circostanza la raccontarono ciascuno a modo proprio, secondo il punto di osservazione in cui si erano venuti a trovare quando i fatti accaddero, ma nessuno è stato in grado di precisare quale azione abbia dato inizio alla rappresaglia, nemmeno il movimento partigiano. C'è chi ritiene che il tutto avvenne perchè i partigiani avevano liberato nei dintorni 300 prigionieri inglesi; c'è chi sostiene che gli antifascisti avessero ucciso un soldato tedesco lasciandone il cadavere in mezzo alla strada; c'è (anzi, c'era, considerato il tempo trascorso) gente che asserisce la rappresaglia tedesca essere avvenuta perchè alcune persone avevano depredato di beni futili la guarnigione presente nel paese; c'è c'era. L'unico dato certo è questo: i
morti furono 42 e i feriti 10. Non è un dato da poco. E' un dato da ricorrenza nazionale. Invece niente, silenzio pressoché assoluto: il che fa propendere per la motivazione meno eroica. Come del resto farebbe credere parte della memoria dell'Abate dell'epoca che, riferendosi al carattere disastroso della guerra, avrebbe lasciato scritto, tra l'altro, quanto segue: "Vignanello sarebbe uscito incolume da questo disastro se la nequizia e l'inconsideratezza di pochi sconsigliati non avessero attaccato con mezzi insufficienti al solo scopo di appropriarsi di oggetti appartenenti ai Soldati Tedeschi in ritirata." 

Vignanello è un grazioso centro della provincia di Viterbo che ancora oggi non arriva a 5.000 abitanti; all'epoca dei fatti avevo 11 anni e mi trovavo colà insieme alla mia famiglia, sfollata a seguito del primo bombardamento di Civitavecchia avvenuto il 14 maggio 1943. In aggiunta alle macerie del bombardamento, di quei giorni a lungo mi rimase il ricordo oppressivo di fughe per la campagna, la sensazione di un'oscura minaccia sempre nell'aria, un'angoscia dalla quale sentivo che sarei riuscito a liberarmi unicamente rievocando le circostanze che l'avevano determinata. Così nel 1968 mi risolsi a scrivere questo romanzo, senza punto ricercare le fonti storiche dei fatti (che non avrei trovato), ma con l'intento, non del tutto secondario, di rievocare personaggi, ambienti, atteggiamenti a quel tempo comuni alla maggior parte dei paesi che costituivano la provincia minore dell'Italia centro-meridionale. La narrazione trova dunque fondamento nella personale memoria di alcuni di quei fatti, nei "si dice" mormorati quasi di soppiatto con la mano davanti alla bocca da conoscenti e da vicini di casa, nella conoscenza diretta di taluni personaggi realmente esistenti e volti in fantasia per esigenze di racconto.

Il libro, edito nel 1970 da "Regione Letteraria", nel 1971 fu tra i finalisti al Premio Torino, vinto quell'anno dal notissimo Nuto Revelli.

Saluti

L.B.

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27.09.09
Ricordare le vittime del '44
di Luigi Gionfra

Vivo a Roma dal 1962, non sono più tanto giovane, sono nato a Vignanello nel lontano 1930. Tuttoggi mi chiedo come mai sia con amministrazioni di sinistra che di centrodestra non si e riusciti ad onorare tali vittime, esse sono di tutti noi Vignanellesi, non hanno colore.
Non sono d'accordo con la tesi dell'Abate Bracci, ma anche se la sua tesi sia veritiera, sono stati trucidati per la Resistenza, un valore per tutti.
Saluti Luigi

  

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