19.12.10
Tv, web e manifestanti
di Daniele Quadraccia
Stasera (giovedì 16 dicembre) il TG1 ha mandato in onda un servizio
riguardante la ben nota manifestazione di martedì, e in particolare
faceva riferimento al fatto che i rivoltosi fossero già stati
rilasciati, con tanto di dichiarazioni di inammissibilità da parte del
sindaco Alemanno. Poi il discorso si è incentrato sulle false notizie
di infiltrazioni apparse sul web. Venivano mostrate alcune foto, un paio
che riguardavano un presunto infiltrato immortalato in diverse occasioni
con pala, manette e manganello (link),
infiltrato che si è poi scoperto fosse un minorenne vicino ad ambienti
di “estrema sinistra” (link).
L’altra invece mostrava come alcuni manifestanti e finanzieri avevano
lo stesso modello di scarpe (link),
foto che si è poi scoperta (dice sempre il TG1) appartenesse
addirittura ad una manifestazione canadese avvenuta tempo prima.
L’acuto notiziario si è quindi sentito in dovere di smascherare
queste menzogne e di condannare il web, additandolo come veicolo di
informazione distorta.
Mi è apparsa subito chiara la duplice volontà del servizio mandato in
onda di condannare i facinorosi come CAUSA UNICA della manifestazione
(protesta che ai molti è parsa addirittura priva di alcun senso), e di
denunciare internet per le falsità che vi circolano.
Alla prima affermazione rispondo che la manifestazione è nata a causa
di un malcontento generalizzato nei confronti di questa classe
dirigente, che sta stringendo il nostro paese nell’immobilità più
completa. In tv e in alcuni giornali si parla solo dei danni fatti (Fede
ha addirittura ipotizzato 40 miliardi di euro!) e dell’impunita
colpevolezza dei manifestanti. La televisione e la politica non si
chiedono il perché di queste proteste né tantomeno vogliono aprire un
dialogo per placarle. È inutile quindi che si continui a
strumentalizzare questa faccenda per dimostrare davanti a tutto il Paese
che i manifestanti sono dei delinquenti, quando in realtà i veri
delinquenti siedono su ambite poltrone.
All’altra, vorrei dire agli autori del servizio (ma loro lo sanno
meglio di me) che non è più possibile affermare che “nel Web girano
notizie false”, perché il Web è ormai talmente grande e ricco di
informazioni che bisogna citare le fonti in maniera precisa, non si può
più sparare nella mischia. A maggior ragione se queste presunte
“informazioni deviate” circolano su Facebook (come per i due esempi
sopra), il social network per eccellenza; lo sanno tutti che non è una
fonte sicura di notizie.
La televisione, vecchia, stanca e in ritardo con le nuove tecnologie,
cerca di minare come può la crescita esponenziale di Internet. Si è
accorta (a ragione) che le sta togliendo share e telespettatori. Da
decenni ci sta imponendo modelli culturali a seconda di ciò che detta
il consumismo, come diceva già Pasolini più di trent’anni fa. E noi,
come banderuole al vento di questa società del consumo di massa, non
abbiamo fatto altro che assecondare il Potere senza prestare alcuna
resistenza. La “scatola de bucie” ci ha fatto sprofondare in una
profonda arretratezza culturale da cui sarà difficile resuscitare. Un
ambiente, questo, favorevole per la nascita e l’ascesa di personaggi
politici come quelli che oggi abbiamo in Italia.
Sicuramente per il Potere il Web rappresenta un nemico, un ostacolo al
suo proliferare. Questo perché la Rete è concepita per scambiare
informazioni non in modo parziale e unilaterale, come lo è la
televisione, ma in maniera tale che ciascuno di noi può fornire e allo
stesso tempo ricevere informazioni senza alcun tipo di mediazione. È
questa la vera rivoluzione di internet, un’informazione democratica.
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