Oltre a quelle cristiane, che hanno una lobby potente, ci sono quelle
giudaiche e quelle greco-romane.
E come la mettiamo con l'eredità pagana e le influenze dell'Oriente?
Torniamo al dunque. Ritrovo sui giornali l'urgenza di mettere da qualche
parte un richiamo alle radici cristiane dell'Europa. Rispetto al 2003 però è
stato fatto un passo avanti, e proprio sulla linea di osservazioni che in
molti avevamo fatto allora: e cioè che le radici dell'Europa sono non solo
cristiane bensì giudaico-cristiane. A parte il fatto che Gesù non era
vikingo, non si può dimenticare il ruolo che ha avuto la Bibbia nello
sviluppo della civiltà europea (a proposito, ho recentemente aderito a una
petizione perché la Bibbia venga studiata nelle scuole; non si tratta di un
fatto religioso, è che non si vede perché dei giovani debbano conoscere
Catullo e non Geremia, Priamo e non Salomone).
Tuttavia proprio il fatto che a scuola si studino Priamo e Catullo ci ricorda
che l'Europa nasce su radici che non sono soltanto giudaico-cristiane ma anche
greco-romane. A parte la storia dell'arte o la funzione dell'immaginario
mitologico in tutta la poesia europea, senza Platone e Aristotele non ci
sarebbe stata neppure la teologia cristiana, non c'è bisogno di ricordare la
presenza del diritto romano nelle istituzioni europee, e il latino che si
vorrebbe reintrodurre nella messa l'hanno inventato i pagani ed è diventato
cristiano solo per diritto ereditario. Ma forse queste cose si dimenticano
perché le radici cristiane hanno una lobby potentissima che le sostiene,
mentre quelle greco-romane interessano solo qualche professore di liceo.
Naturalmente qualcuno potrebbe osservare che occorrerebbe citare anche
l'influenza dei popoli germanici e la mitologia nordica (che investe persino
le celebrazioni del Natale), ma la cosa è diventata patrimonio di neonazisti
dalla testa rapata e quindi, se pur con rammarico, lasciamola stare.
Infine ci sarebbe da chiedersi perché le radici giudaico-cristiane
caratterizzerebbero proprio l'Europa. Non caratterizzano anche le due
Americhe, dal Canada all'Argentina, l'Australia e la Nuova Zelanda, l'Etiopia
e l'Eritrea, l'Armenia, le Filippine? E quanto alle radici greco-romane, i
modelli di Atene e di Roma erano ben presenti alla mente dei Padri della
rivoluzione americana - e si pensi quanto la tradizione classica trionfi nelle
architetture di Washington.
Sono allora proprio queste radici che rendono unica l'Europa come tale e non,
per esempio, la compresenza di una pluralità di lingue e culture -
caratteristica che manca ad altre civiltà cristiane come quelle extraeuropee?
È proprio su questa pluralità che l'Europa si è un tempo
sanguinosissimamente divisa, e ora ritrova criteri di convivenza e mutuo
rispetto. Si potrebbe aggiungere il senso del giusto equilibrio tra sviluppo
verso il futuro e culto del passato, che rende l'Europa così gelosa delle sue
tradizioni e delle sue vestigia. È vero che questa coabitazione tra novità e
tradizione è comune anche, per esempio, alla cultura giapponese, ma il
Giappone moderno conserva solo il Giappone antico, mentre l'Europa conserva
non solo le rovine greche e romane e le sue cattedrali cristiane (peraltro
ricche di figure che provengono da bestiari orientali), ma anche l'Alhambra
musulmana, sinagoghe e reperti pre-europei, da Altamira a Stonehenge.
E infine c'è un altro aspetto tipico della cultura europea: la curiosità per
le altre culture e gli altri paesi, che è stata all'origine sia dei viaggi di
Marco Polo che di mode discutibili come l'orientalismo - per non dire del
gusto colonialista di ficcare il naso in casa d'altri. È vero che la curiosità
(dico curiosità scientifica e non turistica) per i paesi lontani è stata
anche caratteristica della civiltà islamica medievale, ma certamente non lo
è di popoli cristiani di altri continenti. Una sera un consulente del
Pentagono, a una cena nel corso di un congresso, mentre lo informavano sul
pesce che stava mangiando, ha chiesto se il Mediterraneo fosse un lago salato.
Nessun europeo colto domanderebbe mai a un americano se il Gran Lago Salato
sia un mare.
Insomma, o di questa Europa mettiamo in luce tutte le radici e tutte le
caratteristiche che la rendono unica, oppure non riusciamo a capire che cosa
sia.
fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Le-radici-dellEuropa/1560788