02.08.11
In più occasioni Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, ha sottolineato che l'Italia è al 118° posto della classifica sulla efficienza lavoratoriva e al 48° nella graduatoria sulla competitività, redatta dal World Economic Forum. Accusa ripetutamente i lavoratori del gruppo di essere poco più di inetti scansafatiche, assistiti socialmente dalla Fiat. Minaccia ogni giorno di abbandonare l’Italia se i sindacati non accettano le condizioni dettate dal nuovo management Fiat, spaccando non solo sindacati di categoria, ma anche la stessa Confindustria. E’ vero ed importante che tutti i lavoratori e quindi anche gli operai devono svolgere il loro lavoro con onestà e rispetto per le aziende e gli stessi colleghi di lavoro e, pertanto casi di assenteismo cronico e tutte le fattispecie previste dal contratto che prevedono sanzioni devono essere adeguatamente censurate, anche con i licenziamenti. In questo ambito anche il sindacato deve fare la sua parte, educando i lavoratori al rispetto delle regole, alla conoscenza dei propri diritti, ma anche dei propri doveri, non difendendo l’indifendibile, possibilmente. Su questi temi, credo che si debba porre un’attenzione particolare, soprattutto nei prossimi anni che non saranno facili per le nostre produzioni e la nostra economia in generale. Deve crescere la coscienza che si uscirà da questa situazione tutti insieme oppure non se ne uscire per niente. Detto questo, però credo che sia importante riflettere su alcuni punti del Marchionne pensiero (o non pensiero, nel senso di cose a cui non pensa proprio).
1 - Quello che Marchionne, non dice mai, nelle sue dichiarazioni pubbliche, è che gli stipendi italiani sono, secondo Eurostat, i penultimi nella Unione Europea ed al 23° posto (su 30 paesi più industrializzati) secondo l’Ocse. Si dimentica anche di ricordare, l’amministratore delegato di Fiat, che in Germania, paese europeo manifatturiero per eccellenza, i lavoratori metalmeccanici percepiscono uno stipendio medio di 2000 euro mentre un operaio metalmeccanico italiano in media viene pagato 900-1000 euro al mese. Quelli Fiat 1.200 euro.
2 - Per entrare in tema di automobili, la tedesca Volkswagen, che nel 2010, pur in una situazione di crisi globale del settore, ha venduto oltre 7 milioni di veicoli, è cresciuta del 13,5% rispetto al 2009 e, soprattutto, oggi paga di più e meglio i lavoratori. L'azienda di Wolfsburg e il sindacato dei metalmeccanici IG Metall hanno concluso con reciproca soddisfazione le trattative salariali. Risultato: dal 1° maggio 2011 la retribuzione base aumenterà del 3,2% e nel contempo ogni lavoratore della Volkswagen riceverà un bonus una tantum pari all'1% della propria retribuzione base annua, per un minimo di 500 euro a dipendente. Un semplice addetto alla catena di montaggio Volkswagen portava già a casa uno stipendio base di 2.756 euro lordi. Un addetto alla manutenzione dei macchinari, anche qui remunerazione base, guadagnava già 3.300-3.500 euro lordi al mese. E’ vero che gli operai metalmeccanici tedeschi sono più produttivi di quelli italiani, però però … guadagnano anche il doppio ! Se poi riflettiamo sulle centinaia di migliaia di ore di cassa integrazione che tutti i lavoratori del gruppo Fiat stanno subendo da anni, parlare di aumento di produzione sembra una presa in giro, in quanto le statistiche comparative sulla produzione con altre realtà industriali risultano falsate.
3 – I dati del punto 2 fanno riflettere. Possibile che i problemi delle aziende italiane siano solo e soltanto risolvibili attaccando i diritti e i “sollazzi” degli operai ? Siamo sicuri che non ci siano anche colpe decisive di dirigenti e amministratori poco accorti nelle strategie aziendali, per niente attenti alla qualità delle produzioni e del parco macchinari, e assai distratti nelle politiche commerciali ? La Fiat produce e vende macchine utilitarie, quindi con poco valore aggiunto. Quando prova a penetrare segmenti superiori viene punita in quanto i compratori non gli riconoscono lo status di produttrice di qualità. E’ colpa degli operai ? Io penso di no. Credo che il problema principale sia di chi progetta le automobili, di chi quei progetti li approva e della scarsa propensione alla qualità. Per fare un esempio sul nostro territorio industriale (il solo della Tuscia): se venisse progettata una serie di sanitari brutta, non in linea con le tendenze del mercato e per giunta realizzata con stampi che non permettono un elevato standard di qualità, la colpa sarebbe dei colatori ? Dei collaudatori ? Dei magazzinieri ? Un colatore estrae dallo stampo quello che gli richiede l’azienda, se poi l’articolo non si vende non può essere colpa sua.
4 – qualche settimana fa Chrysler ha “rimborsato” tutto il prestito da 7,6 miliardi di dollari, compresi gli interessi, ai governi Usa e canadese. Lo ha annunciato la casa automobilistica di Detroit in una nota, per la grande soddisfazione di Marchionne che ha tenuto a ringraziare i governi interessati per il prestito elargito. Il debito era di 5,9 miliardi di dollari con il governo americano e di 1,7 miliardi con quello canadese. Quando mai la Fiat ha rimborsato allo stato italiano i soldi che gli sono stati versati negli ultimi cinquanta-sessanta anni ?
5 – A Marchionne piacciono molto i salari polacchi o brasiliani, paesi dove la Fiat ha stabilimenti a detta dell’ ad Fiat più produttivi di quelli italiani e meno costosi. Marchionne, però percepisce un compenso pari a 1.035 salari degli operai italiani della Fiat. Non gli piacciono altrettanto i compensi percepiti dai manager di quei Paesi ? Stipendio da manager nord americano e salari sud americani, sarà questa la nuova frontiera che anche il governo Berlusconi sembra intenzionato a percorrere ?
Auguri Italia !!
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