Puliti fuori e sporchi dentro
di Claudio Ferri

Resoconto poco autorevole di quattro anni di
amministrazione comunale centrista e un pochino di sinistra

Vignanello, anno 2007: il paese si rifà il trucco. I vicoli del centro storico, nido di topi e odori pestilenziali, hanno subìto un poderoso e alcune volte discutibile lifting che li ha comunque riportati ad essere luogo vivibile. Si sta trasformando in area parcheggio e polifunzionale la zona della stazione, sono incominciati i lavori per la riqualificazione del vecchio mattatoio in studentato o ostello della gioventù, si vogliono distruggere quelle orrende scale della valle per ripristinare il vecchio percorso, più agile e gradevole. A giugno, come sembra, partirà il restauro completo di tutte le facciate delle abitazioni dall’arco del Vignola alla chiesa di San Sebastiano. E’ pronto il nuovo piano di espansione del paese, interessata è la zona dietro a Monte Sforza (sarebbe interessante vedere a chi appartengono quei terreni…). Insomma, una serie di interventi importanti per il paese che fanno gridare al miracolo. Ma allora che dente ci duole?
Ci duole il fatto che quattro anni di amministrazione di centro-sinistra si sia dimenticata completamente della salute dei propri cittadini. Eppure da fare ce n’era. Il 26 settembre del 2007 l’acqua non potabile vignanellese compirà il suo primo anno di vita continuativo. L’invasione diserbante è ormai arrivata dentro il paese, con il bene placido di amministrazione comunale, organi di controllo e cittadinanza. Il costosissimo depuratore delle acque nere è lungi dall’essere realizzato, complice di recente il rimpallo di responsabilità tra il comune e la neo-società delle acque Talete (di cui ancora non facciamo parte). Intanto il fondo di accantonamento per la realizzazione del depuratore sembra lo stiano destinando ad opere idrauliche diverse, complice qualche cavillo di legge che lo permette. Abbiamo poco fuori del paese una discarica abbandonata di pericolosità 4 su una scala di 6 che attende ancora la bonifica. L’eternit (leggi amianto o mesotelioma polmonare), bandito in Italia da oltre 20 anni, dilaga sui tetti del paese. La raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani (che ci consentirebbe di pagare ed inquinare di meno) è praticamente nulla, su molti cassonetti non c’è scritto nemmeno a cosa servano cosi che i pochi cittadini che stoicamente e per senso civile cercano di differenziare i rifiuti, li vedi pensosi e incerti nel gettare carta, plastica e quant’altro. E intanto abbiamo un tasso di incidenza tumorale tra i primi in Italia, ogni famiglia vignanellese ne ha avuto a che fare, ma nulla cambia. E’ inutile fare ordinanze comunali che poi nessuno rispetta, essendo assente il controllo e le sanzioni. Se il restauro urbano vuole servire anche da volano per indirizzare qui il turismo, allora siamo sulla cattiva strada. Non abbiamo un paese che offre meravigliose espressioni artistiche che possano calamitare l’interesse del turista, ma solo un paese collinare che reso ecologicamente biologico può attirare quel turismo verde in forte crescita negli ultimi anni.

Ma dda nnoi ce’nteressa solo i’pprezzo d‘e nocchie a quintale,
po’ se morimo tutti, ‘sti cazzi, tanto i zzórdi ll’emo fatti.


In bocca al lupo…