Storia di un disagio

 

Mamma Patrizia esce, quasi tutti i pomeriggi dal cancello di casa in via Armando Diaz  a Vignanello con Emma (4 anni) ed Elia (10 mesi) nel passeggino. Regolarmente ogni volta si sofferma un attimo e si chiede: “vado a destra verso Vallerano o a sinistra direzione Vignanello? E per andare dove?...”

Per scaricarsi della responsabilità della scelta chiede ad Emma che puntualmente, senza esitazione risponde: “Andiamo ai giardinetti dove stanno tanti bimbi”.

Il disagio di Patrizia aumenta… e sapete perché? Lo sconforto di una mamma è dinanzi gli occhi di tutti, indispensabile è aprirli, asciugarli dalle lacrime e focalizzare: a Vallerano, nel giardino pubblico, unico direi degno di tale nome, non esistono giochi e affini ad altalene, dondoli, girotondi -semplici giochi; adesso gli unici superstiti, sopravvissuti all’ira degli adulti fanno letteralmente pena, tristezza ed in più il terreno è cosparso di ghiaia rossa e l’unico modo per portarci i piccoli è vestirli di bianco, almeno una volta a casa ficchi tutto in varechina evitando di buttare tutto.

Evitiamo di parlare dei resti della pineta accanto alle scuole medie con dei giochi che si commentano da soli…. E poi? Nient’altro. Rimane la fantasia e l’immaginazione dei bimbi a sopperire alle mancanze, alle assenze dei grandi.

Mamma Patrizia non si scoraggia facilmente e decide di avventurarsi - provate ad attraversare il Borgo, poi via Cavour e capirete che la roulette russa di Apocalypse Now è roba da fictions yankee, bazzecole per noi mamme dei Cimini - verso i ggiardinetti de Vignanello, meritevole ma non virtuoso come giardino pubblico, dove i giochi, su di una superficie ragguardevole, e gli attrezzi per i bambini (per non ripetere sempre “i giochi” scongiurando che non sono già fatti) si concentrano solo ed unicamente all’ingresso che, coincidenza, è il punto più rumoroso e più inquinato di tutto il paese (alla faccia della salute dei nostri figli).

La maggior parte dei bambini e delle mamme non conoscono il vascone o peschiera Ruspoli cioè la parte più grande, più silenziosa e senza dubbio più profumata di tutto il giardino. E sapete perché? Semplice... Non è attrezzata ad ospitare nè mamme nè bambini, cioè niente giochi nè servizi.

Nella primavera del 2004 numerosi genitori firmatari presentarono un documento indirizzato al neoSindaco, protocollato e forte di tanti sostenitori che chiedevano o meglio supplicavano un po’ d’attenzione per i giardinetti e in particolare il collocamento di giochi e attrezzature nella parte a sud del giardino. Ebbene nessuno ancora oggi ha dato voce a questa semplice e non dispendiosa richiesta.

Detto ciò, vale la pena attraversare con il passeggino e figli a bordo il rischioso traffico locale e provinciale con annessa tutta la puzza degli scarichi degli autoveicoli per raggiunger tale realtà?

Si, ne vale la pena. La mamma Patrizia incontra tante altre mamme, ci si confida ed ognuna è consapevole che tutti e tutte stanno vivendo tale disagio e che tutte hanno l'esigenza di dare voce a questo problema.

Non è più possibile far credere di accontentare i bambini della comunità con “quattro” giochi scassati (quando ci sono). Gli stessi tra l’altro vecchi già dall’infanzia trascorsa dei genitori.

Come mai in una comunità che supera i 7.000 abitanti e dove potrebbe essere tutto molto più semplice, per esempio… vivere, non si punta minimamente sull'infanzia? Perché si costringono le famiglie a fuggire dal paese nel tempo libero? Perché il paese non offre niente ai propri figli?

Mi rivolgo in particolare a Federico, giovane sposo ed a Mauro (al quale rivolgo gli auguri perché tra breve sarà nonno per la seconda volta) e chiedo loro, a nome mio ed in particolare mi sento in dovere di farmi portavoce di tante mamme di Vallerano e Vignanello, una risposta sincera e responsabile (non del tipo: “stiamo organizzando per fine maggio il Family Day ai giardinetti”) pregandovi di fissare al più presto un incontro, magari seduti intorno allo stesso tavolo, due sindaci e tante mamme per iniziare e tentare di risolvere questo problemone.

 

Con affetto Patrizia