23.06.09
La legge del Taglione
di Emilio Annesi

Ogni giorno (quando non sono in giro per l’Europa) per tornare dal lavoro percorro entrando in paese San Sebastiano, passo in Piazza, scendo per il Corso e salgo per il Borgo passando sotto l’arco del Vignola (anzi, detto del Vignola, altrimenti il Puzzoloso mi riprende), qualche giorno fa mentre facevo come sempre questo percorso, con la mente assorta da mille pensieri, dai problemi di lavoro irrisolti ai prossimi viaggi in via di organizzazione, ho notato sul palazzo a cui è adagiata la Fontana Barocca (cosìddetta barocca, poi se vuole il Puzzoloso racconta tutta l’etimologia del nome, che ora non mi sovviene), una scritta di difficile interpretazione, un -13 scritto con una brutta grafia con una bomboletta nera.
Ovviamente il mio primo pensiero a quella vista non è stato sicuramente dei più positivi, andando avanti nel percorso che mi riportava a casa dopo una giornata di duro lavoro, quando ero giunto in cima alla salita del Borgo ho potuto notare un’altra scritta similare su uno dei due pilastri dell’arco del Vignola.
Il mio pensiero sull’autore o sugli autori di quelle due scritte è stato allora uno soltanto: “Dovrebbero tagliargli la mano!”, mi sono anche un po’ stupito di vedermi così cattivo nel mio giudizio, ma devo ammettere che questo mio giudizio è stato anche condiviso da altri amici con cui ho avuto modo di commentare l’accaduto.
Non vorrei entrare nella polemica infinita e senza soluzione, sul fatto che i cosiddetti writers siano artisti o vandali, qui il fenomeno del writing non c’entra, anzi pur non amando particolarmente quella forma di espressione devo dire che alcuni murales realizzati su palazzi periferici magari in quartieri degradati sono anche una piacevole macchia di colore gradevole da vedere.
Qui è stato fatto uno sfregio e basta, e la cosa che di più mi ha fatto provare disappunto è stata che le due scritte sono state fatte una sopra ed un’altra in prossimità di due dei monumenti del nostro paese e peggio ancora sono state fatte su forse le uniche o quasi pareti riverniciate dell’intero centro storico, due esempi che ci fanno ben sperare per quello che potrebbe diventare il paese, quando partirà il tanto atteso piano colore.
Il fatto grave non sono le scritte in se stesse, ma il fatto che gli autori, non si sono posti neanche lontanamente il problema che facendole lì andavano ad intaccare la loro stessa storia, la loro identità e le loro stesse radici e, perché no, andavano ad intaccare una delle proprie maggiori ricchezze, quella del patrimonio artistico del paese.
Dopo aver fatto tutte queste considerazioni ho cercato di capire insieme ad alcuni amici, il significato di quelle scritte, è l’unica interpretazione plausibile che ne è venuta fuori mi ha fatto imbestialire ancora di più, infatti a quanto s’ipotizza i -13 dovrebbero essere i punti di scarto tra la Roma e la Lazio nel campionato appena trascorso, visto che sono notoriamente di parte evito di fare commenti, ma anche un non Laziale dovrebbe convenire che dopo questa stagione calcistica, i tifosi giallorossi avrebbero dovuto rimanere buoni e in silenzio sino al prossimo campionato, ma questa e solo una divagazione, il gesto sarebbe stato grave allo stesso modo se commesso da tifosi laziali.
E visto che ho scritto quest’ultima cosa, non mi nascondo, anche io non dico tutta la mano, ma in proporzione almeno una falange, avrei dovuto aver tagliata, quando da giovane ho fatto parte di un gruppo di ragazzi, (anche se materialmente non ho scritto io), che ha fatto un paio di scritte in giro per il paese, a nostra parziale discolpa però due cose, le scritte erano state fatte su palazzi degradati non riverniciati da poco e soprattutto non su dei monumenti, e poi l’evento sportivo che le aveva inspirate era più che giustificabile, la sconfitta in finale della Roma in Coppa dei Campioni (allora si chiamava ancora così) all’Olimpico, e in quell’occasione il “Grazie Ciccio !!!” è stato quasi inevitabile.

Ciao a tutti Emilio

 

28.06.09
Zitti e buoni... Ma de che?!?
di Vincenzo Pacelli

A Emì, sarà che sono un po' (un bel po') al di fuori del mondo del calcio, ma in tutta sincerità non mi sentirei comunque di applicare alcun taglione ed eviterei di stare a questionare se i Romanisti, i Laziali, i non Laziali, debbano o meno "rimanere buoni e in silenzio", espressioni che (forse sempre perchè sono al di fuori della tifoseria) mi mettono solo un nonsocchè di tristezza: ma per quale motivo uno, chiunque esso sia, dovrebbe stare zitto e buono? Ma che vor dì? Che è 'sta sorta di sottomissione dovuta all'avversario, o di "abbassare lo sguardo". Questa specie di velato bullismo. Perchè si è perso/vinto/pareggiato un campionato? Bah...

In ogni caso, il "-13" era stato qualche tempo fa preceduto da un "Lazie merda", sempre al ponte della fontana e sul chioschetto della Valle (mezza pena). Che vuoi fa?...

Naturalmente dicendo questo comprenderai che io non voglio affatto sminuire un atto che giudico deplorevole e che non riesco nemmeno lontanamente ad accostare al fenomeno del writing e dei murales che, se permetti, partono da tutte altre motivazioni (non certo i punti che separano la Lazio dalla Roma!) e che se fatto bene arriva ad un livello che è senza alcun dubbio arte degna di questa definizione.

Ma di una cosa sono certo. E lo dimostra il tuo finale.

Come te, anche questi ragazzi fra qualche anno, ricorderanno con un po' di vergogna ed un po' d'ironia queste scritte fatte sui muri belli nuovi della fontana e dell'arco, e commenteranno con disappunto le scritte che altri, più giovani di loro, avranno fatto perchè la Lazio o la Roma avranno perso o vinto un altro campionato.

Le scritte sui muri c'erano già nel '500 a Roma (vedi Pasquino & Co.), c'erano a Pompei nel 70 d.C., c'erano pure in Egitto e... lo sanno tutti, perfino nelle caverne della preistoria. Scrivere sui muri, evidentemente è un bisogno insito nel cervello dell'uomo primitivo :-)

P.s. Comunque, per coerenza, una falange, pure del mignolo sinistro, te la dovresti far tagliare.


Murales a Betlemme

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Miximus in lecto. Fateor, peccavimus, hospes;
si dices quare nulla matella fuit.

Abbiamo pisciato a letto. Lo confesso, ospite, abbiamo sbagliato.
ma se mi chiedi perché, rispondo: non c’era orinale.

CIL IV 4957; CLE 932
Pompei, dalla parete posteriore di una casa della regio VIII.

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