02.12.10 Se con la TV commerciale ha cambiato antropologicamente gli italiani, ora B. pretende di cambiare secoli di storia democratica che quella civiltà occidentale da lui tanto declamata ha lentamente costruito e faticosamente sta mantenendo. Il concetto di democrazia di B. è molto semplice: si vota per decidere il governo e chi vince comanda e fa quel che vuole perché gli italiani lo hanno scelto. Occorre subito precisare che il sistema costituzionale italiano non prevede che gli elettori votino per il governo, ma per eleggere i parlamentari che a loro volta votano la fiducia al governo (sistema parlamentare). A parte il sistema elettorale italiano e la sua forma di governo, la democrazia, per come la si conosce in occidente, si basa sul suffragio universale, chiaramente (anche se non è sempre stato così), ma soprattutto sulla divisione dei poteri. Il grande Montesquieu si rivolterà nella tomba ogni volta che B. spiega il suo concetto di democrazia. Eppure è da qualche secolo che è stato stabilito che legislativo, esecutivo e giudiziario dovevano essere i tre poteri fondamentali dello Stato che dovevano essere sempre ben distinti ed in equilibrio tra loro (o se vogliamo ogni potere limitato dall’altro). Oltre a questo concetto che ogni studente di diritto pubblico conosce e che B. non ha mai assimilato, ci sono anche una serie di organi di controllo che svolgono un ruolo, molto importante: impedire soprusi da parte di qualsivoglia potere nei confronti dei cittadini e per tutelare l’interesse generale. Sarebbe da inserire anche un altro fondamentale potere tra quelli che devono essere sempre distinti ed in equilibrio tra di loro e che Montesquieu non poteva conoscere, il potere dell’informazione. Nella nostra società il potere dell’informazione, la detenzione dei suoi mezzi costituisce “il” potere per eccellenza. Ed ora siamo pronti a ritornare all’Italia. Il Sig. B. è proprietario delle tre più grandi televisioni nazionali (gentilmente concesse dall’allora potere politico, in barba alla concorrenza), della casa editrice più grande del nostro paese, la Mondatori, di un quotidiano nazionale di frequenze radio ed in qualità di presidente del consiglio dei Ministri controlla praticamente la RAI. Ora, occorre essere molto ingenui oppure in malafede per non sapere quale è lo stato delle informazioni delle reti nazionali nel nostro paese. in nessun paese occidentale esiste una situazione simile all’Italia perché semplicemente non sarebbe permesso. La nostra situazione si può riscontrare soltanto in qualche dittatura africana o asiatica. E’ a Gheddafi e a Putin che ispiri il Sig. B. altro che Reagan o i liberisti ! Con molta disinvoltura il Sig. B. sta svuotando la nostra democrazia. Con la legge elettorale attuale, il “porcellum” voluto dal centrodestra, i deputati non vengono eletti dai cittadini, ma dalle segreterie dei partiti. I loro nomi vengono messi in ordine di eleggibilità dal numero uno fino all’ultimo posto della lista del partito di appartenenza. Gli elettori possono soltanto scegliere quale simbolo sbarrare, ma non quale nominativo indicare tra i candidati della lista, li hanno già scelti i capi partito e loro correnti. Se pensiamo che sono anni che B. dice che il Parlamento fa perdere troppo tempo, che vorrebbe che votassero soltanto i capigruppo alzando il ditino a suo piacimento siamo di fronte ad una nuova nota dolente. Il parlamento dovrebbe legiferare, è la sua competenza naturale, mentre il governo può legiferare in caso di necessità ed urgenza oppure se delegato dal parlamento stesso su materie complesse. Sta accadendo, invece che la maggiore competenza legislativa è in mano al governo e negli ultimi anni il parlamento è chiamato sempre più spesso a convertire in legge i decreti emessi dal governo che non sono pochi all’anno, come dovrebbe essere, ma decine e decine che non ad approvare le leggi di sua iniziativa. Tra l’altro essendo i parlamentari scelti dai partiti e non dai cittadini pensate a come possano votare in difformità dai voleri del governo senza subire la conseguenza di non essere più ricandidati o di scendere negli ultimi posti della lista elettorale del loro partito. Dei due poteri, legislativo ed esecutivo, il Sig. B. ne sta realizzando uno soltanto, sotto il suo diretto controllo. L’altro potere, quello giudiziario, è da sempre sotto attacco di B. che se finora si è prodigato a realizzare leggi ad personam (18 per la precisione) che salvassero se stesso ed i suoi amici dalle inchieste, anche gravi in cui è indagato, ora ha messo nel mirino l’istituzione stessa con una, come la chiama lui, “riforma” la cui parte più importante è, in definitiva, la sottomissione del pubblico ministero che rappresenta la pubblica accusa, e quindi l’interesse generale, al governo. Tutto nelle mani di una sola persona con potere, magari di vita o di morte dei sudditi. Perché a questo punta B., avere un popolo plaudente di sudditi non di cittadini consapevoli dei propri diritti ed informati.
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