07.08.10 È un piccolo foglio, logoro e ingiallito, quello che conserva la memoria delle dettagliatissime disposizioni date da Ortensia Farnese e suo figlio Alfonso Marescotti (foto a fianco), illustrissimi signori e padroni di Vignanello, agli umilissimi vassalli vignanellesi in occasione delle fauste nozze del loro, rispettivamente nipote e figlio, Marcantonio. Un foglio diviso in due, per un totale di quattro facciate, scritte nel 1574. L’epoca si deduce da due iscrizioni, di diversa mano, poste sull’ultima pagina, completamente bianca ad eccezione di una data, 1574 appunto, ed un breve appunto successivo:
V. Cons.o 1. ag.o 1574, ossia: vedi il consiglio del 1 agosto 1574. Ma torniamo al bando, con il suo avvio altisonante e perentorio: Insieme a Ortensia compare Alfonso, figlio avuto dal suo primo marito Sforza Marescotti. Per la cronaca: Sforza venne assassinato dai Vignanellesi nel 1538 forse su istanza di Ortensia stessa. La signora sposò poi in seconde nozze Girolamo di Marsciano, morto nel 1545 avvelenato dalla signora stessa, così vuole la leggenda, con un piatto di maccaroni. Fu quindi la volta di Ranuccio Baglioni, suo terzo ed ultimo consorte, che venne ucciso sì dai Vignanellesi, ma anche in questo caso donna Ortensia non era estranea ai fatti, tanto che venne pure processata perchè ritenuta coinvolta nella cospirazione. Alfonso Marescotti e sua moglie Giulia Baglioni sono i genitori di Marcantonio, lo sposo, mentre la fortunata che nel bando non viene neppure nominata, è Ottavia Orsini, figlia di Pier Francesco II, detto Vicino, signore di Bomarzo, nonché committente del Sacro Bosco, meglio conosciuto oggi come Parco dei Mostri. In primis che tutti quelli li quali hebbero alli giorni passati il bollettino si debbiano mettere in ordine di archibugio, spada, e pugnale, e meglio vestiti che sia possibile, e debbiano essere in ordine per hoggi a quindici che saremo alli 24 del presente mese, per andare incontro alla signora sposa, et ogn’uno il debbia fare amorevolmente, e chi non sarà in ordine a questo giorno deputato caschi in pena di dieci scudi, e tre tratti di corda da darseli in publico... Il resto dell'articolo lo trovate su CRONOS,
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