ROMA - Beppe Grillo approda in Parlamento e il
termine 'psiconano', che il comico genovese ha usato in tanti spettacoli
e comizi di piazza per definire il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, è stato sdoganato nell'Aula del senato e finisce agli atti.
Insieme alla parola 'zoccole'. Come rappresentante dei promotori del
disegno di legge di iniziativa popolare sull'ineleggibilità dei
condannati e la reintroduzione della preferenza, Grillo è stato
ascoltato in audizione dalla commissione Affari Costituzionali di
Palazzo Madama.
Grillo, in completo blu e camicia bianca con cravatta, si è presentato
puntuale davanti ai senatori. "Voi non siete abituati ad ascoltare
gente di spettacolo, e io non sono abituato a voi", ha subito
premesso, prima di iniziare a leggere un testo dai toni durissimi.
"Oggi viene approvata - ha sottolineato - una legge che limita le
intercettazioni e mette il bavaglio all'informazione. Io sarò, presumo,
il primo condannato perchè farò disubbidienza civile. Il primo
pensiero dello 'psiconano' non è il Paese, ma sempre e solo non farsi
beccare. Avete approvato il lodo Alfano per evitare che Berlusconi
finisse in galera, ora volete limitare il diritto del cittadino ad
essere informato".
Secondo Grillo, però, "la marea sta montando, lo 'psiconano' può
fare comizi ormai solo nelle piazze chiuse, in cui fa entrare come a
Firenze, come a Prato, solo la sua claque. Ha inventato la piazza
chiusa, lo difendono la sua scorta e gli avvocati. Gli sono rimasti
quelli, insieme a uno stuolo di giornalisti definiti servi dalla stampa
estera. Gli italiani non stanno più con lui, e tantomeno con chi gli ha
permesso, come Violante e Fassino, per 15 anni di superare ogni
conflitto di interesse".
"E' veramente uno schifo - ha accusato il comico genovese - che tra
i nostri rappresentanti ci siano condannati in primo grado, in secondo
grado o indagati. Senatori come Cuffaro e Dell'Utri sono senatori per
meriti giudiziari".
"Questa Commissione, questo Parlamento, non hanno nulla a che fare
- ha continuato Grillo - con la democrazia. Sei persone hanno deciso i
nomi di chi doveva diventare deputato e senatore, hanno scelto 993
amici, avvocati e scusate il termine, qualche zoccola. E li hanno
eletti. Li hanno eletti loro, non i cittadini, che non hanno potuto
scegliere i loro rappresentanti".
"Siete vecchi ed antistorici. Siete 20 e 18 di voi leggono i
giornali. Voi andate da una parte e il mondo va dall'altra", ha
replicato Grillo ai senatori che gli chiedevano lumi sulla legge di
iniziativa popolare. Parole del comico che non sono state gradite da
Maria Teresa Incostante del Pd. "No senatrice non mi riferivo certo
all'anagrafe. Voi - ha aggiunto Grillo - vi state informando sul 'Il
Resto del Carlino' questo è il simbolo del vostro essere vecchi, mentre
io mi informo sulla rete".
"Questa commissione - ha rincarato la dose Grillo - questo
Parlamento, non hanno nulla a che fare con la democrazia. Cari membri
della Commissione siete illegali, incostituzionali ed antidemocratici.
Per rispetto a voi stessi e agli italiani dovreste dimettervi al più
presto. Luigi De Magistris e Sonia Alfano sono due italiani per bene
eletti da cittadini per bene. De Magistris ha avuto 450 mila voti, il
secondo in Italia. La signora Alfano 165 mila voti, la prima donna in
Italia, senza televisioni e senza giornali. Chi si è recato alle urne
ha potuto sceglierli, perchè questo non deve essere possibile anche per
il Parlamento italiano?".
"I partiti hanno occupato la democrazia - ha accusato ancora Grillo
- E' tempo che tolgano il disturbo. La politica non è un mestiere, due
legislature sono dieci anni, tempo sufficiente per servire il Paese poi
si ritorna alla propria professione. Sapete che molti parlamentari hanno
doppio stipendio come 'ma va là Ghedini' che prende lo stipendio
come deputato e come avvocato del presidente del Consiglio".
La reazione di Schifani. Il presidente del Senato ha espresso
"stupore e rammarico" per le espressioni usate da Grillo:
"Non ci si può rivolgere al Parlamento e nello stesso tempo
offendere i componenti. L'offesa qualunquistica e volgare contro il
Parlamento è già stata usata con esiti drammatici contro le
istituzioni. Non dobbiamo assecondare istinti e pulsioni che nulla hanno
a che fare con la tutela delle nostre istituzioni".