27.11.08
L’arte di Roberto Urbani
di Daniela Puzzovia

A detta di F. Haskell la storia del gusto segue i dettami di una moda che trae origine dalle cause sociali includendo in esse quelle economiche politiche, filosofiche e non meno spirituali e religiose di un dato tempo e luogo.

Verità incontrastata di ogni cultura passata e attuale non basta a spiegare il bisogno di creare o comunicare un dato contenuto estetico qual è l'arte che, da illo tempore è insito nell'essere umano. A tal riguardo non è azzardato affermare che per talune persone essa è connessa al semplice dato di esistere, respirare e che in quanto funzione naturale spiega e fonda la vita.

Un'arte di e per la vita non può essere riduttiva, schematica o strettamente di un solo genere. Ecco che i grandi maestri convalidano un sentire della vita che pulsa in tutte le manifestazioni del reale. L'astrazione vi rientra solo in quanto sintesi della natura.

Così Urbani pur riconoscendo come suo maestro Franco Manarini di Capranica, guarda ai maestri del colore, maggiormente i contemporanei, dagli Impressionisti, Espressionisti ecc... fino ai nostri giorni, per trarne un insegnamento e coniugarlo ad un sentire tutto proprio dell'arte ch'è vita a fronte di un mondo che minaccia, discrimina, tabuizza, frena, oscura. È l'Eros che vince su Thanatos, la luce sull'oscurità, il bene sul male, ma è un bene che origina dal dolore e da esso trae forza e vigore.

Da vero artista versatile è infatti pittore, scultore, poeta, sa esprimersi in diversi registri e nello specifico la poesia dialettale rispecchia una sensibilità e un bisogno d'altro e d'altrove che rinomini il quotidiano silenzioso e monotono di tran tran paesano includendo e valorizzando le proprie origini. L'arte quale arricchimento, scoperta e attitudine dello spirito, di uno spirito proteso all'invenzione e al desiderio di un mondo veramente solare, profondamente umano, veicolante un messaggio di speranza.

Daniela Puzzovia