16.08.07
Caro Pinco Pallino Qualsiasi, mi degno di darti una risposta poiché ammiro il tuo sforzo di diventare “qualcuno”. I miei venti anni di docenza mi hanno insegnato a tollerare la vana pedanteria e ad apprezzare la lealtà delle intenzioni. Ho esposto, a suo tempo, una tesi giustificandola con le deduzioni di determinati autori e offrendo delle coordinate: il tutto nell’intento di consentire, ad altrui persona, di operare delle ricerche ed aprire un dibattito di merito. La tua antitesi non tiene conto degli uni e neppure delle altre; in sostanza, operi dissertazioni interessanti ma non pertinenti. È la prospettiva che ti manca: senza la quale continuerai a sostenere che la Terra è piatta! Se vuoi trovare l’antico nome di Vignanello, non è in loco che devi cercare. Era consuetudine degli Etruschi, assimilata anche dai Falisci, organizzare periodici incontri fra le rappresentanze delle varie comunità. In tali occasioni, venivano redatti degli elenchi con i nominativi, dei presenti all’incontro, accompagnati dal luogo di provenienza. Questa è la strada da seguire, la stessa che mi ha consigliato “Qualcuno” che lo storico lo fa di professione. Comunque, come inizio, puoi cominciare a leggere gli scritti dei ricercatori menzionati: Gabriella Giacomelli, Zonara, Mercklin, ecc., che intanto ti insegneranno ad acquisire quella prospettiva auspicata. Altrimenti rischi di fare come Salgari: scrivere di terre lontane, da dentro le quattro mura della sua stanza. Guai a dare dell’eretico a Galileo, senza rischiare di dover chiedere scusa, a distanza di tempo!
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