27.01.11
Memorie di 120 anni fa
di Vincenzo Pacelli

Ieri pomeriggio ho fatto un salto in archivio parrocchiale, a sistemare i vecchi registri nei nuovi faldoni (appena acquistati grazie ai fondi messi a disposizione dagli Angeli Custodi, che approfitto per iniziare a ringraziare) sfogliando a caso un librone della Confraternita di San Rocco, mi sono ricordato che verso la fine c’erano riportate alcune memorie. Sono state scritte dal canonico don Francesco Bracci, zio del più noto abate Venturino. Sono tre brevi narrazioni di fatti accaduti a Vignanello poco più di 100 anni fa. Sono tre ma ve ne riporto due, la terza ho deciso di riservarmela per ulteriori approfondimenti :-)

Le due in questione parlano del freddo eccezionale dell’inverno 1890-91 e di una disgrazia accaduta il 26 gennaio 1891, di pomeriggio. Proprio questo m’ha colpito, mentre la rileggevo, ieri 26 gennaio 2011, che erano trascorsi esattamente 120 anni (ma proprio precisi precisi) e visto che siamo in periodo di ricorrenze, ho pensato fosse il caso di ricordare anche questi due piccoli fatterelli legati al nostro piccolo paese... che forse, ho pensato, non è stato proprio un caso se fra i tanti registri che ieri ho sistemato, mi sono messo a sfogliare proprio quello...

Per noi oggi sono piccole cose, ma all’epoca era ben diverso, tanto è vero che don Checco pensò bene di appuntarli alla fine del registro delle riunioni della confraternita di cui era cancelliere.

Riporto tutto pari pari, con tanto di errori grammaticali (che forse all’epoca non erano tali) e di abbreviazioni. Quando è scritto d’o, vuol dire detto, ossia: già detto (nel caso ad esempio di: La sera del giorno 8 d’o, si intende: La sera del giorno 8 del già detto mese di Gennaio).

Per quanto riguarda la prima memoria non c’è molto da spiegare, si tratta della simpatica narrazione di un paese alle prese con neve, ghiaccio e acqua santa che si congela prima di benedire gli animali per Sant’Antonio, creando imbarazzo al povero don Checco. Allarga anche gli orizzonti, parlando della Francia e della Russia, dove le temperature sono state ancora più basse!!!

Il secondo fatto invece è interessante soprattutto perchè attesta il ritrovamento di una tomba falisca nelle immediate vicinanze della ormai demolita chiesa di San Rocco, visto che nella nota laterale a margine del testo, viene specificato che si trovavano dietro la sagrestia, vale a dire, approssimativamente, nei pressi della attuale pasticceria Piermartini.

Non aggiungo altro, buona lettura.

 

L’anno 1890-91 fu tanto freddoso che a memoria d’uomo non si ricordava più uno simile. Il freddo incominciò a farsi sentire ad intervalli e con geli fin dal mese di Ottobre sempre crescente in Novembre e Decembre. Nel Gennaio 1891 fu al colmo. La sera del giorno 8 d’o si andò a riposare con tempo bellissimo e la mattina del 9 d’o Venerdì fu trovata mezzo palmo di neve. Seguitò a nevigare a riprese e per più giorni con tramontana continua e freddo sempre in aumento scendendo il termometro sotto il 0. zero centigrado; finché il 17 Gennaio fu per noi la giornata più freddosa arrivando il termometro 6. gradi sotto il Zero. Il sottoscritto fece la benedizione del bestiame per S. Antonio festeggiato nella chiesa di S. Rocco; a tal uopo si era messo in una bottega di falegname sotto la spiazzetta di una scalinata fuori la Chiesa e con un recipiente pieno di fuoco davanti, cioè con un focone fornito per tre volte di carbone. Ogni volta che per la benedizione infondeva l’aspersorio nel secchiello, l’acqua si trovava col velo di gelo e gli schizzi fatti all’intorno coll’aspersorio nel benedire erano subito gelati. La mattina del 21 Genn: dopo una nottata di acqua e neve voltò tramontana freddissima che congelò acqua e neve venuta, in modo che per più giorni si ebbero le vie, come tutte ricoperte di un piano di cristallo; finchè il giorno 25 detto voltò il vento scirocco e collo squaglio delle nevi e dei geli si ebbe a risentire un po’ di refrigerio dopo tanto freddo sofferto, che in Francia in qualche punto il termometro segnò a 20 gradi sotto 0. ed in Russia scese anche più basso. La neve di questo mese fu generale per tutto Europa; si ebbe in Napoli che non avea avuto più la neve dal 1854 ed in Sardegna, in cui non si avea memoria dei più vecchi. Si ebbero a deplorare anche molte disgrazie per terra e per mare.

 

Grave Disgrazia
successa il giorno 26 gennaio 1891 circa le ore 2 pom:

Mariano Marini di anni 70 nostro Confratello ed il figlio Novello giovinotto di circa 35 anni, fratello Novizio a cui si era affidata la carica di Mandatario, mentre erano lavorando nella loro proprietà dietro S. Rocco, ove da qualche anno avea intrapreso uno scavamento, avendoci trovato dei vasi appartenenti ad un antica necropoli, e stando essi allo sterramento, vi si era portato, onde non aver danno nella sottoposta propria Cantina, un certo infelice gobbetto Giocondo Rosati di anni 52, una frana si licenziò coprendo i tre disgraziati che perirono miseramente schiacciati. Vi si trovavano ancora due giovanotte che trasportavano la terra e delle quali una figlia del detto Mariano ed un ragazzetto nepote del medesimo; ma queste sebbene coperte dalla frana; pure trovandosi i tre molto accosto al luogo ove si distaccò, poterono esser salvate dalla gente accorsa al salvataggio. I tre cadaveri rinvenuti furono per un giorno esposti della nostra Chiesa di S. Rocco.
Giocondo Rosati apparteneva alla Congregazione Lauretana fin dall’impianto e addetta nella stessa Chiesa.

Il Cancelliere
Francesco Can’co Bracci

Scritta a lato: Disgrazia dietro la Sagrestia di S. Rocco

Foto: i registri dei battesimi nei loro nuovi "vestiti", una veduta della Chiesa di San Rocco (collezione Benita Grattarola) ed una bella posa di don Francesco Bracci (per gentile concessione di Lando Bracci)