11.01.11
Riflessioni a freddo, sulla Tombola Vivente Vignanellese
di Vincenzo Pacelli

E’ dal giorno dopo che mi sono detto di scrivere qualcosa su questa Tombola Vivente Vignanellese, qualche considerazione a caldo, per cristallizzare in poche parole i fatti appena accaduti, le sensazioni appena provate, le riflessioni ancora acerbe. E invece sono arrivato al 9 gennaio e ancora niente, manco ‘na riga. Nel frattempo ho avuto modo di ascoltare le reazioni ed i commenti di più voci: complimenti esaltanti ed esaltati, congratulazioni logorroiche, ringraziamenti accorati dei numeri viventi per la bellissima esperienza, rimpianti per non aver potuto fare i numeri viventi, commenti di ogni genere, quasi sempre in positivo, altri con degli appunti costruttivi. Sinceramente credo che questa cosa sia andata molto oltre quello che mi potessi immaginare (parlo a nome mio, ma credo di poter includere anche Marcello, Alessandro e la Pro Loco).

E’ una creatura che ad un certo punto ha iniziato a prender vita propria, a generare un’entità che è sfuggita al controllo degli ideatori e degli organizzatori.

 

La vestizione

Mi viene in mente a titolo d’esempio, quanto mi hanno riferito diversi numeri viventi riguardo alla vestizione. Illustro a grandi linee (per chi numero non era, e non era quindi presente nelle sale dell’ex-cinema comunale fra le ore 15 e le 16 del 26 dicembre scorso) il momento in cui i novanta partecipanti attivi hanno vestito i panni, o sarebbe meglio dire le balle, degli altrettanti numeri.

Regnava un caos totale, una folla in tumulto, due cataste di balle stese a terra più o meno in ordine, gente che arrivava e chiedeva il proprio numero, io e Tommaso che cercavamo nelle cataste i numeri e distribuivamo le balle agli ansiosi partecipanti, Tiziana “ 90” che tagliava, squarciava e allargava le aperture per la testa e le braccia (tutte un po’ troppo strette per un mio errore di valutazione dei tagli, mea culpa!), persone incastrate nelle balle che non entravano e non uscivano, altri che si addobbavano con improbabili gadgets (tutti, lo sottolineo, meravigliosi!), chi scattava foto, chi cercava cordini ed altro per ricucire aperture eccessive, Riccardo “ 19” ed altri che davano una mano suddividendo le balle per decine allo scopo di trovare meglio i numeri ancora da indossare, Tommaso e Francesco che fremevano di fare propri i loro costumi di Tirino e Picino, urla inconsulte, gente in ritardo, numeri in sospeso, altri che invece hanno salvato la situazione prestandosi al gioco, quasi costretti, per rimpiazzare le assenze dell’ultimo minuto... Insomma, un bordello totale! Eppure, a detta di più di un numero, il momento della vestizione è stato quasi un rito sacro, si è creato un clima di gruppo, di affinità, fra novanta persone che si davano una mano a infilare quelle balle, a provare gli accessori, a farsi le foto, a ripetersi l’un l’altro i detti da declamare, esponendo e chiarendo dubbi di pronuncia, specialmente per i pochi non Vignanellesi. Si è creato insomma un clima da comitiva, anche fomentato da elementi come Daniele “ 77” che incitava con urla da stadio tutti quanti. Un’atmosfera da Armata Brancaleone, nel raffazzonato e variopinto corteo che andava prendendo forma.

 

Zitti tutti!

A vestizione avvenuta (anche se qualche ritardatario ancora non si vedeva) si è provveduto ad illustrare quello che di lì a poco sarebbe dovuto accadere: lo svolgimento della prima Tombola Vivente Vignanellese.

Chiamati tutti i numeri viventi in adunanza, io e Marcello abbiamo iniziato a spiegare come si sarebbe svolto il corteo, in file per cinquine, e poi l’arrivo sul tabellone, la chiama dei numeri con l’ingresso nella Grande Sacchetta e le varie coreografie da eseguire al compimento di ambo, terno, etc... Tutti gli astanti, in religioso silenzio, ascoltavano attoniti i dettami di questi due ceffi buffi, vestiti anch’essi di una balla, addobbata con cinque palle davanti ed una dietro! Devo confessare che faceva uno strano effetto vedere novanta persone, più o meno grandi, più o meno serie, più  o meno conosciute, stare ad ascoltare con attenzione quello che per noi ideatori altro non era stato fino a quel momento se non il risultato di serate trascorse in chiacchierate al limite del demenziale. Ma tant’è... Una volta tanto la fantasia è diventata realtà, oltre ogni previsione.

 

Il corteo

Quello che è accaduto dopo non ve lo dovrei raccontare io. Si è usciti dall’ex-cinema, ci si è disposti lungo il corso in file per cinquine. Non ricordo bene l’ordine degli eventi, ho solo l’immagine di questa banda di 90 persone, circondate da parenti, conoscenti, amici e... gente comune che guardava stupefatta il comporsi di un corteo fatto di persone vestite di balle con i numeri da 1 a 90, preceduto da cinque figure altrettanto singolari: il Registratore, ossia Marcello, con tanto di cappello a cilindro, stivali e balla addobbata di cinque numeri in gommapiuma davanti, a mo’ di bottoni, ed uno sul retro; il Tirino, ossia Tommaso, nelle vesti di una mano in gommapiuma; lo Spione, vale a dire Luca, che più azzeccato non poteva essere; il Picino, cioè Francesco, con la sua bella sacchetta, e per finire il sottoscritto, ovvero il Cartellone, con lo stesso abito di Marcello (ma con numeri diversi), tascapane a tracolla e sacchetta delle palle.

Ad un certo punto, quando tutto era in ordine, con tutti i numeri inquadrati e coperti nei loro ranghi, si è dato ordine alle due chiarine di squillare e si è partiti, con Stock e Chic davanti, e dietro tutti noi, in marcia verso la piazza. Ormai si era in gioco e bisognava giocare, non saprei dire la vergogna mista a stupore che ho provato, ma l’importante è che si è arrivati in piazza in tempi brevi. Lì, dopo i tempi morti dovuti alla vendita delle ultimissime cartelle si è dato inizio all’estrazione, preceduta dall’ingresso dei primi mitici 90 nella Grande Sacchetta.

 

L’estrazione

Dopo una breve introduzione di Elisa, neo-presidentissima, dopo la presentazione del sottoscritto (che sarebbe dovuta essere un po’ più lunga ma che per pietà del freddo subito dagli astanti, ho ridotto al volo sintetizzando ai dati essenziali, c durata ue tr dopo la presentazione del sottoscritto (che sarebbe dovuta essere un po’ più lunga ma che per pietà del freddo subìto dagli astanti, ho ridotto al volo sintetizzando ai dati essenziali) e dopo le parole illuminanti di Marcello, chiamato sul palco un bambino per l’estrazione reale delle palle nella persona di Malrico, si è partiti.

Primo estratto, o sarebbe meglio dire, prima estratta: Marta “ 37” , con il suo detto “A lavà l’asino, ce se rimette ll’acqua e i”sapone!”. Dopo di lei, ambo, terno, quaterna e cinquina sono arrivati in un attimo e lì ci siamo subito resi conto che i timori che la manifestazione sarebbe durata troppo erano del tutto ingiustificati. Per fortuna che le cartelle erano “a tre file” sennò dopo un attimo sarebbe arrivata anche la tombola e... tutti a casa, con sommo dispiacere dei tanti, troppi, numeri non estratti.

Perchè, lo ribadiamo, nella Tombola Vivente Vignanellese i veri protagonisti dovevano essere (e sono stati) i numeri, che questo piacesse o meno ai tanti giocatori che si stavano gelando per il freddo. A tal proposito un sentito grazie va a tutti i membri della neo-ProLoco che hanno provveduto a rifocillare e distrarre il pubblico con tozzetti e vin brulè.

E’ proseguita quindi l’estrazione fino all’uscita del fatidico “ 23” che, manco a farlo apposta, è stato il vincitore di questa prima edizione: Antonio “ 23” , il numero con il quale è stata fatta tombola, meritatamente premiato con la splendida coppa, nel tripudio generale. Da ricordare la sua variazione al detto, in virtù del fatto che “moriammazzatenu’ je venìa da dillo bene, ha ben pensato di declamare: “Finchè ‘a bocca magne e ‘i cculo renne, vaffanculo ‘e medicine e chi le venne!”. Amen.

Gli altri, i non estratti, hanno avuto anch’essi il loro piccolo momento di gloria sul palco, uscendo in fila e declamando il loro detto, ma di certo si sono divertiti di più all’interno della Grande Sacchetta, fra urla, scherzi e soccolate varie, che noi “di fuori” potevamo vedere dal maxi-schermo.

 

Concludo

Dunque, mi sto accorgendo che sto dicendo un po’ di tutto, tranne ciò per cui mi ero veramente proposto di scrivere ‘sta cosa: me ne sto andando fuori tema da solo.

Volevo solo dire che pur con tutti i difetti e le cose da sistemare (che ce ne sono) tutto sommato è andata bene, sono rimasti soddisfatti gli organizzatori, la gente in piazza ha goduto di uno spettacolo a dir poco insolito, i numeri si sono divertiti come matti e gli ideatori hanno potuto incantarsi nel vivere l’esperienza veramente speciale di veder realizzato qualcosa di surreale, a cavallo fra goliardia e folklore, fra demenzialità e celebrazione, qualcosa che sarà sicuramente riproposto in una seconda edizione per la gioia di tutti e, speriamo, di più!

Nel frattempo si accettano critiche e consigli, altre idee e proposte bizzarre, ovviamente sono aperte le iscrizioni, fermo restando che, per richiesta di molti numeri, c’è un diritto di prelazione dei primi mitici 90, i quali se vorranno potranno indossare lo stesso numero. Quindi, attendo di nuovo vostre mail, ancora un sentito grazie a tutti quanti e... alla prossima.

il Cartellone