24.07.12 Pubblicato su Villaggio Globale – Anno III n.8 – Maggio 1997 In occasione del gemellaggio Vignanello-Sant’Oreste, avvenuto nel dicembre ‘95 (vedi Villaggio Globale n°2), in cui si è commemorato il pittore sorattiano Augusto Cecchini (artista che ha lavorato anche a Vignanello, a cavallo fra il XIX ed il XX secolo), l’Assessore alla Cultura Silvestro Bracci è venuto a sapere che proprio a Sant’Oreste, un musicista vignanellese del ‘700 era stato maestro di cappella ed aveva composto una Pastorale. Il musicista in questione si chiamava Giovan Francesco Grasselli ed esercitò la professione di maestro di cappella anche e soprattutto a Vignanello, suonando l’organo della Chiesa di S. Giovanni, nella seconda metà del XVIII secolo.
Figlio di Pietro Paolo e Grazia Rosa Loppi, Giovan Francesco Grasselli nasce a Vignanello il 26 dicembre 1704 e viene battezzato il giorno seguente da don Giuseppe Pacelli, nell’ antica Chiesa Matrice (situata in corrispondenza dell’attuale Chiesa Collegiata, ma lunga circa la metà e di più modeste dimensioni), con il nome di: Joannes Franciscus Maria, Blasius Hyacintus Flavius, Stephanus Baldassar. La “lunghezza” del nome denota il fatto che Giovan Francesco apparteneva ad una famiglia non da poco all’interno del paese: sia i Grasselli che i Loppi (famiglia della madre) erano in quel tempo principalmente notai e occupavano spesso cariche di rilievo all’interno delle confraternite esistenti nel paese. Molti componenti di entrambe le famiglie sono stati in passato parroci di Vignanello, fra questi il fratello di Giovan Francesco, Don Filippo, il cugino Don Nicola Loppi e il figlio Don Antonio. Sua sorella Eleonora ebbe l’onore di sposare Giovan Battista Gazale, architetto di origine ligure, in quel tempo direttore dei lavori della Chiesa Collegiata di Vignanello. Al battesimo gli fanno da padrino e madrina tali Francesco Corallo di Roma e Maria, moglie di Paolo Loppi. Il nostro Giovan Francesco deve aver avuto una vita molto articolata: si sposa per ben tre volte ed ha nove figli di cui si trovano gli atti di battesimo nell’Archivio Parrocchiale di Vignanello, ma non è da escludere che abbia avuto altri figli i quali, essendo stati battezzati a Sant’Oreste, non figurano nei libri delle nascite di Vignanello. Nel 1729, dal suo primo matrimonio con Maddalena Vassori di Vignanello nasce Candida, seguita nel 1733 da Ermenegilda, nel 1735 da Pietro Paolo e nel 1738 da Antonio (Amatorius?). Nel 1752 viene chiamato ad esercitare la sua professione a Sant’Oreste, come si legge su un libro di quel paese: «...dovendosi provvedere d’altro Maestro di Cappella si propone concorrere a tale offizio il Sig. Gio. Francesco Grasselli da Vignanello attuale Maestro di quella Insigne Collegiata di detta terra, di cui sonosi haùte buone informationi a tenore dei suoi requisiti: pertanto chi vorrà si accetti darà il suo voto favorevole con palla bianca.» Comincia a lavorarvi il 26 maggio 1752, ma dopo circa un anno è costretto a rinunciare al suo ufficio dovendo tornare a Vignanello per attendere «ai molti affari domestici». Nel giugno 1753 scrive all’Arciprete di Sant’Oreste una lettera con la quale gli comunica che non può tornare a causa della grave malattia della moglie: «... e intanto non mi sono più portato costì per causa della malattia di mia moglie, che ancora continua a stare in letto con una mia gran pena.». Il 2 luglio 1753 muore la moglie Maddalena Vassori e nel 1759 Giovan Francesco è di nuovo sposato con tale Maria da cui avrà una figlia: Grazia Rosa. Anche questo secondo matrimonio non ha molta fortuna, appena dopo quattro anni, il 6 gennaio 1763, Maria muore all’età di 60 anni, questa volta Giovan Francesco non attende molto, l’anno successivo, infatti, è di nuovo sposato, in terze nozze, con Bernardina Castellucci di Centocelle. Di questo matrimonio, come anche del secondo, non si trova l’atto sui registri di Vignanello. Evidentemente anche la seconda moglie era forestiera e il matrimonio, in entrambi i casi, non era avvenuto a Vignanello. Dalla terza ed ultima unione nascono altri quattro figli: nel 1765 Vincenzo, attorno al 1767 Maria Geltrude, nel 1768 Fermina Rosa e nel 1770 Maria Teresa. Per quel che si ritrova scritto su un libro della Compagnia di S. Giovanni Decollato, conservato nell’Archivio Parrocchiale di Vignanello, Giovan Francesco suona l’organo della Chiesa di S. Giovanni in occasione della festività del Santo (29 agosto), dal 1760 al 1787, dopo di che pone fine alla sua attività di maestro di cappella ed un anno più tardi, a poco meno di due mesi dal suo ottantaquattresimo compleanno, il 5 novembre 1788, Giovan Francesco muore e viene sepolto nel cimitero sotterraneo della Chiesa Collegiata di Vignanello. A partire da quell’anno prende il suo posto di organista il figlio Vincenzo.
Egli proseguì così bene la tradizione musicale nella famiglia, tanto che un suo bisnipote, Peppino ‘e Ciuccio, figlio di Angelo, era un gran conoscitore di musica, di mestiere faceva il barbiere ma per passione suonava più di uno strumento e suo figlio Vincenzo, omonimo dell’avo ed anch’esso barbiere, non è stato da meno: la sua bottega era il luogo di ritrovo di musicanti ed amanti della musica paesani. Molti Vignanellesi certamente ricorderanno quando, nella fredda notte di Santa Cecilia, durante le ore piccole un complessino composto di pochi appassionati, partendo dalla bottega di Vincenzo faceva il giro del paese suonando arie e motivi in voga, fino alle prime ore dell’alba. Un figlio di questo Vincenzo è il geometra Peppino Grasselli, a sua volta padre di un altro Vincenzo, anch’egli geometra e con questi due siamo ormai arrivati ai giorni nostri.
Da come vi potrete essere accorti, non è stato affatto difficile individuare la parentela fra i Grasselli di oggi e quelli del ‘700, di lavori ne avranno cambiati tanti, da notai, a preti, musicisti, barbieri, geometri, ma la stessa cosa non si può certo dire per i loro nomi!
I primi versi della Pastorale di G. F. Grasselli (con prosa)
Eja consurgita laeti pastores de somno surgita canite amores
Orsù! Svegliatevi, o leggiadri pastorelli, e dal sonno desti sù! sciogliete voi; sì sciogliete canto agli amori
Quae clara vox quae vox jucunda et laetabunda nunc vocat nos?
Qual voce echeggiante: oh! qual misterioso accento ei si sparge nunzio a portarne invito?
Notizie tratte dall’Archivio Parrocchiale di Vignanello:
Registri dei battesimi: vol. 5, 6, 8; Registri delle morti: vol. 6, 7; Libri degli Stati delle Anime di Vignanello: 1759, 1762, 1781; Libro dell’Amministrazione della Ven. Compagnia di S. Giovanni Decollato (1743-1792); Notizie di tutti i benefizii e legati pii di Vignanello: vol. I.
Un libro da Sant’Oreste ...che ora non mi ritrovo :-). |