23.08.10
Delucidazioni sul maestro di biliardo
di Sandro Natili

Caro Puzzoloso, mi presento sono Sandro Natili che dopo aver letto l’articolo su Francesco Felici, mio zio, d’accordo con le mie due sorelle vorrei precisare quanto segue:

1) “...Checco, Checco guarda che schifo! C’è una mosca nel gelato!... non nego l’accaduto e la battuta che segue ma, sarebbe opportuno far riferimento al momento particolare in cui i paesi, compreso Vignanello nel periodo descritto erano alle prese: lotta perenne a mosche, moscerini, ed insetti vari contro i quali le diverse Amministrazioni Comunali utilizzavano sostanze disinfestanti ed altri mezzi ma purtroppo con scarsi risultati, cosicché i fastidiosissimi insetti restavano presenti sia nelle strade che nelle abitazioni ed in tutte le diverse attività commerciali e non solo e soltanto nel Bar Felici come viene spontaneo pensare leggendo l’articolo.

2) “ Checco era un soggetto raro...” Puntualizzo che mio zio non era “ossessionato” di essere il “coglionato” o di trascorrere il tempo a “coglionare” qualcuno, ma era persona gioviale e cortese a cui piaceva molto scherzare rispettando sempre la dignità degli altri. Per diritto di cronaca, posso affermare che in età scolare, si distinse negli studi tanto da ricevere ,dal re, attraverso il ministro dell’istruzione dell’epoca,un encomio per gli ottimi risultati conseguiti nella classe 6^ (sesta) e l’invito a proseguire negli studi cosa che purtroppo non fece anche per l’opposizione del padre. In seguito utilizzò le sue capacità intellettive anche per la compilazione e trascrizione di sistemi integrali e ridotti formulati in schedina per il gioco del “Totocalcio” anche a favore di quei giocatori che non erano in grado di eseguirli, naturalmente “a gratis”. 
Tanti e diversi erano i suoi interessi tra cui spiccava in particolar modo una grandissima passione e conoscenza della musica che ha poi trasmesso ed insegnato a molti giovani vignanellesi. Conoscenza che comunque non gli fu sufficiente a permettergli di entrare a far parte della banda musicale della finanza, come suonatore di clarino, a causa della sua statura risultata alla visita medica inferiore di pochi centimetri a quella del re, che era considerata tra i requisiti essenziali per poter far parte di un corpo militare. 
Oltre a quanto sopra detto, si dilettò, ancor giovanissimo a fare il rappresentante di ottime marche di dolciumi e dei prodotti necessari alla loro preparazione, esperienza che gli permise in seguito di essere assunto come pasticcere e panificatore presso un famosissimo negozio di Roma. Ritornato, poi, a Vignanello mise a frutto nel bar di famiglia le ulteriori conoscenze acquisite.

3) Era diventato così esperto nella lavorazione dei gelati, fatti con prodotti di alta qualità e dai gusti più svariati ( cioccolata, creme, pistacchio, nocciola, fragola ecc.), che andavano da Checco , ad assaporare quei sapori anche persone dai paesi limitrofi e tanti villeggianti romani. Superava se stesso nel “gelato al limone” che preparava esclusivamente con limoni acquistati presso la frutteria Antonozzi. I gelati venivano serviti anche in coni e canestrelle di marca “ Norge” che data l’alta affluenza di clienti risultavano sempre profumati al biscotto e fragranti.

4) Inoltre la notizia riportata secondo la quale “...c’era un solo bar che aveva un tavolo da biliardo negli anni ’45 – ’46“ è decisamente errata in quanto il caffè Felici era già proprietario del tavolo da biliardo sin dal 1917 insieme ad altri due esercizi. 

5) Per quanto concerne il detto, ormai diventato famoso, di nonna Argia: l’unica interpretazione che lei intendeva era quella di una persona sulla quale non si poteva fare affidamento. Andando avanti troviamo “ i’ ffazzoletto ‘e ‘a spesa” ,era vero che nonna Argia metteva i soldi nel fazzoletto ma questo non era nascosto “in seno” ma più semplicemente tenuto in una tasca del suo abito.

Non risponde a verità neanche il fatto che lei chiamava sempre il figlio urlando. Mia nonna pur mostrando in alcune occasioni modi decisi e talvolta bruschi ciò non le precludeva la stima e la simpatia anche della principessa Ruspoli che la voleva come sua dama di compagnia.


6) In merito alla scomparsa di nonno Peppe, avvenuta effettivamente nel ’42, la gestione del “Caffe’” venne rilevata da nonna Argia e da mia madre aiutate da Wanda Natili in quanto zio Checco era ricoverato in ospedale perché ammalato.

Concludo dicendo che è pur vero che inesorabilmente il tempo passa per tutti e le capacità lavorative vanno a diminuire sempre di più, riducendo in qualsiasi campo la qualità del lavoro, ma le notizie riportate nell’articolo si riferiscono ad un periodo in cui il “Caffè Felici” e zio Checco erano ancora pienamente efficienti.
Ancora un’ultima cosa a proposito di Argia, se qualcuno fosse intenzionato a scrivere su di lei, gradiremmo le mie sorelle ed io esserne informati prima che avvenga la pubblicazione dell’articolo.


Vignanello, 23/08/2010

Cordiali saluti
Sandro Natili