22.11.07
I' mmaestro Llillo
di Andrea Romoli
Ebbene si, mi chiedevo: "Ma possibile che ancora non abbia fatto la sua comparsa su queste pagine i' maestro Lillo?!".
Era in effetti solo questione di tempo e la ricorrenza di santa Cecilia ce l'ha riproposto come l'ho sempre conosciuto, come ormai le centinaia di suoi alunni sono abituate a ricordarlo.
Non vuole essere un panegirico al maestro, ma in effetti lo è: lui coglie l'occasione della
foto sul sagrato per fare gli auguri al nostro caro abate, ma sono certo di interpretare il sentimento di molti dei suoi alunni, augurandogli di poter continuare a deliziarci ancora per molto tempo con i suoi racconti, con le sue storielle.
A primavera di quest'anno sono stato per una mezz'oretta con i' maestro e zio Peppino (figlio di quel Vincenzo Grasselli della foto sul sagrato... tra l'altro invito mio cugino a far vedere la foto a zio per individuare i nomi dei 4 sconosciuti): due che ne hanno di storie da raccontare, e anche se non era l'occasione giusta, si sono fatti tante risate raccontando i tempi che furono... ed io con loro.
Leggere quello che scrive i' maestro sul sito, o che scriveva sull'Avisino, mi fa sempre lo stesso effetto di quando raccontava l'Odissea il sabato mattina dopo l'ora di ginnastica (certe sudate a pallavolo...): eravamo una classe di scalmanati (appena torno a Vignanello ti mando copia della foto e ti renderai conto), eppure, verso le 11, dopo che avevamo corso come matti al piano terra dell'edificio scolastico sulle mattonelle sconnesse, con il campo delimitato con il gesso, dietro ad un pallone Super Tele o Super Santos per mandarlo dalla parte della squadra avversaria (mentre gli alunni di mamma stavano ripetendo la tabellina del 7 e quelli della maestra Floresta studiando la regione del Molise!!), dopo la ricreazione, ebbene... alle 11, dopo che a gran voce gridavamo "Odissea! Odissea!" si faceva il silenzio e rimanevamo sempre a bocca aperta ad ascoltare come Ulisse avesse ingannato Polifemo, o come avesse resistito al richiamo delle sirene, o come la maga Circe avesse trasformato i compagni in porci... mi ricordo anche come dopo aver visto uno dei tanti film epici sull'Odissea degli anni '70 con papà la domenica pomeriggio su RAIUNO abbia pensato: "Però... quando me la racconta i' maestro Lillo mi piace di più!"
Mi ricordo anche come per la settimana santa, quando le campane della chiesa non suonavano (non vorrei dire una blasfemia), i' maestro avesse realizzato i batti-tavola (che servivano ai chierichetti per annunciare le ore 8, 12 e 17 in giro per il paese) per tutti tranne che per un alunno e li avesse messi all'asta. Ognuno di noi scrisse un numero sulla lavagna (con i gessi bianchi quadrati e non tondi, quelli che sporcano le mani) e chi avesse scelto un numero prefissato, sarebbe tornato a casa senza batti-tavola. Lauretta De Pretis scelse quel numero, il 19, tutti noi, nella nostra cattiveria infantile, abbiamo iniziato a prenderla in giro. I' maestro, assentatosi per 5 minuti (allora si poteva fare, oggi per molto meno a scuola ci si becca una denuncia! Allora mi ricordo si poteva anche fumare in classe... vero mae'?!) E’ tornato con un batti-tavola per Lauretta molto più rumoroso di tutti i nostri.
E poi quanti ricordi con l'archetto per fare il castello, e il punto croce, e la canzone "Italia mia" che solo Gino Stefani riusciva ad intonare bene, e la carta pesta per fare la cartina dell'Europa mai finita, e la madonnina con il bambino nello stampo in gesso per Natale, e la croce di ghiaia sulla tavoletta di compensato di noce tirato a lucido solo con "l'olio di gomito", e i giochi a quiz divisi per file sui temi di storia, geografia, cartoni animati, sport... con livelli differenti di difficoltà, e la sfida degli Orazi contro i Curiazi che si è trasformata in una sfida "erotica" (certo che se tua moglie non t'avesse buttato il quadernino con tutte le chicche, pubblicavi un best seller migliore di "Io speriamo che me la cavo"!), e i fogliettini con i problemi di aritmetica dentro una scatoletta colorata metà grigia e metà verde da fare quando qualcuno terminava in anticipo i suoi pensierini o il riassunto per non disturbare chi doveva ancora terminare, o quando per Pasqua, di rientro dalla ricreazione, dopo averti fatto arrabbiare di brutto, hai fatto finta di non notare l'uovo di cioccolato che noi alunni ti avevamo messo sulla scrivania per regalo, o quando per il compleanno ti avevamo regalato una calcolatrice comprata dal Roscio in piazza e per non dover litigare su come dividere 1000 lire di resto in 5-6, abbiamo deciso di pagarla 1000 lire in più, o come solo alla fine della quinta elementare Remo Chiodo fosse riuscito a vincere la sua personalissima sfida con Massimiliano Bracci su chi fosse il più alto della classe...
Adesso che non vivo più a Vignanello, molti dei ricordi legati al paese sono legati al periodo delle elementari...
La finisco qui perchè se no vado avanti per molto ancora e divento logorroico come Akela e non mi sopportate più... però lancio l'idea tra gli alunni che hanno avuto la fortuna di frequentare le elementari con i' maestro, di ricordare qualche aneddoto, qualche storiella, di mandare qualche foto... legata a quel periodo.
ciao
Andrea
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