21.08.08 Caro Vincenzo, avevo visto il tuo intervento già nella giornata di ieri, però solo oggi gli ho dato l’ importanza che merita. Ragionamenti sconclusionati, che però nascondono una verità. Non tutta. Almeno a parer mio. Rispondere è cortesia. Su questo non c’è dubbio. Non rispondere non significa affatto acconsentire. E anche qui il dubbio non c’è.
Da un po’ di tempo anche nella legislazione italiana c’è il silenzio-assenso. Nella maggior parte dei casi la legge ti “frega” (l’altra parola non è stampabile) e solo se non stai in silenzio ti cauteli. Questo lo chiamo silenzio di “fregatura” derivante dall’ignoranza (non conoscenza), che differisce dalla scortesia, dall’ omissione e dall’ omertà.
Ci sono poi altri 2 tipi di silenzi che differiscono da quelli appena citati .Il primo è quello legato alla manifestazione della propria superiorità che si palesa con la faccia dell’ interlocutore che sembra dire “ne so talmente tanto più di te, che neanche ti rispondo”. Ci sono tanti casi di persone di siffatta maniera.
L’altro silenzio, positivo è purtroppo, poco praticato. E’ il silenzio di chi non sa cosa dire. Ma deve comunque dirlo (o scriverlo). Deve manifestare la propria esistenza in vita, anche a costo di sparare grandi cazzate (poco stampabile ma fammelo passare). Strano, ma vero. Gli ultimi due casi spesso coincidono nella stessa persona. Affermo questo, perché ho avuto modo di conoscerne una qualche giorno fa.
In amicizia, Luca
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25.08.08 Cari Luca e Vincenzo, Saluti,
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